Niaf, Giuliani superstar

WASHINGTON – Rudy Giuliani superstar al gala della NIAF a Washington, il maggior raduno annuale degli italiani d’America. Al suo fianco c’erano Martin Scorsese, Gina Lollobrigida e Nancy Pelosi ed un paio di giudici della Corte Suprema. Ad ascoltarlo, divorando penne al pesto e filetto ai funghi porcini, c’erano tremila persone, il Gotha degli italiani che hanno fatto fortuna negli Usa. E che votano in gran parte repubblicano.


Rudy giocava due volte in casa. In quanto italiano e in quanto repubblicano. Ed il boato che ha accolto il suo ingresso nella gigantesca Ballroom del Washington Hilton (l’hotel dell’ attentato al presidente Reagan) non ha lasciato dubbi sulle simpatie del pubblico. Solo Gina Lollobrigida è riuscita ad ottenere applausi di pari intensità. E Giuliani non ha deluso le attese. Ha parlato a lungo del suo orgoglio di essere italiano. Ha descritto la sua infanzia a Brooklyn con tocchi sapienti da film di Scorsese (seduto a pochi metri dal candidato alla Casa Bianca). Con l’atmosfera nostalgica di un ”Mean Street”, ma senza le parolacce.


– Mio padre era di Manhattan, mia madre di Brooklyn – ha raccontato sorridendo -. C’è stato un lungo braccio di ferro su dove andare a vivere. L’ha spuntata mia madre, e così la mia infanzia è stata tutta vissuta a Brooklyn. Ma mio padre si è vendicato facendomi diventare un tifoso degli Yankees.


Stabilita la sua italianità, Rudy si è avventurato in un campo minato: la rivalità tra nord e sud. ‘


– La famiglia di mio padre veniva dal nord Italia, quella di mia madre da Avellino – ha raccontato -. Per anni in casa si è discusso se era meglio il nord o il sud, anche se nessuno dei miei genitori era mai stato in Italia. Al ritorno dal mio primo viaggio in Italia, alla ricerca delle radici, la prima domanda dei miei genitori è stata: allora è meglio il nord o il sud?


Giuliani era stato presentato da un video centrato sulla forza di carattere mostrata dall’ex-sindaco di New York il giorno dell’attacco contro le torri gemelle. Il premio NIAF è stato consegnato a Giuliani dall’ex-direttore dell’FBI Louis Freeh che, in uno dei discorsi più belli della serata, ha ricordato la lotta comune contro la mafia, quando lui era ancora un agente dell’Fbi e Rudy era un procuratore di New York. ‘


– I mafiosi si facevano chiamare “uomini d’onore”, ma per noi erano solo dei criminali – ha detto Freeh al pubblico italo-americano -. Gente come Giuliani, come Falcone (che ha perduto la vita in questa lotta) ha dedicato tutte le sue energie nel combattere questa gente: per me sono questi i veri uomini d’onore.


Il regista Martin Scorsese ha trasformato il suo discorso di ringraziamento in una passeggiata nostalgica tra le memorie della sua gioventù tra le strade di New York e in un inno alla libertà di espressione (un messaggio tornato di attualità nell’America di Bush). La sua citazione finale:


– Signore, dammi la compagnia di chi cerca la verità, fammi stare alla larga da chi pensa di averla già trovata.


Grandi applausi anche per Nancy Pelosi, la prima speaker (presidente) donna della Camera che, a differenza di Giuliani, non era a caccia di voti, ma che ha sottolineato a sua volta l’orgoglio di essere italiana: – L’Italia ha continuato a donare i suoi talenti all’America, facendola più forte’.


La sempre popolare Gina Lollobrigida ha presentato un tributo musicale a Luciano Pavarotti, con l’inevitabile ”Nessun dorma” della Turandot. Il mondo politico italiano era rappresentato dal vice-ministro degli Esteri Franco Danieli che, nel suo discorso, ha raccontato con passione le sue esperienze personali con il mondo dell’immigrazione.