Napolitano: “Prepariamoci a nuove crisi internazionali”

ROMA – “Ci si richiede un nuovo sforzo di coesione nazionale e un concreto impegno per garantire la pace anche al di fuori dei confini della stessa Europa, per contribuire alla costruzione di un nuovo ordine mondiale”. E’ quanto ha sottolineato il Presidente della Repubblica nel suo intervento in occasione delle cerimonie per la giornata dell’unità d’Italia e festa delle Forze Armate.


– Garantire la sicurezza internazionale, prevenire e superare crisi e conflitti in aree vicine e lontane – ha spiegato il Presidente – costituisce una responsabilità cui non possiamo sottrarci, che non possiamo, né come cittadini italiani né come europei delegare ad altri.


Il Capo dello stato ha poi proseguito sostenendo che “è in questa luce che dobbiamo vedere il ruolo attuale delle Forze Armate”.


– Esse – ha commentato – già da anni fanno fronte alla minaccia del terrorismo internazionale e a molteplici fenomeni di instabilità e di guerra regionale. Lo strumento militare va visto come una componente, solo una componente del ben più ampio e articolato dispositivo multidisciplinare che occorre attivare nelle aree di crisi: ma non può essere in alcun modo sottovalutato nella sua necessaria dimensione e natura specifica. Solo così l’Italia ha potuto e potrà fare la sua parte nell’ambito dell’Organizzazione delle Nazioni Unite, in stretto rapporto con i partner dell’Unione Europea e della Nato. In questo momento, oltre 8.000 soldati, marinai, avieri, carabinieri e finanzieri operano al di fuori del territorio nazionale, in teatri di crisi che vanno dai Balcani al Medio Oriente all’Afghanistan.


Nel suo discorso, dopo aver ricordato i giorni, 90 anni fa, dell’eroica battaglia del Piave e “il coraggioso impegno nella guerra di liberazione” dal nazifascismo, Napolitano ha aggiunto:


– Quelle vicende appaiono oggi molto lontane. Nel cuore dell’Europa e poi via via in tutto il continente si è costruito un solido assetto di pace, l’unità territoriale e politica del nostro paese è stata posta al riparo da ogni minaccia diretta, i nostri confini fanno ormai tutt’uno con i confini dell’Unione Europea. Ma le conquiste di benessere, e di progresso sociale e civile, raggiunte nell’Italia repubblicana sono messe alla prova e vanno consolidate in una società sempre più  complessa, aperta e multiculturale, in un mondo segnato dalla competizione globale. E la pace di cui gode l’Europa unita non può farci ignorare o trascurare le tensioni che attraversano la comunità internazionale e che ci stringono da vicino.