CARACAS – Nell’allegro paesaggio di piazza
La miseria
della guerra.
In Italia sono gli anni della guerra, Maria vive in un “difficile” quartiere napoletano. E cioè a Secondigliano. La quotidianità è diventata molto dura, la fame si fa sentire ed il freddo congela le ossa. Tutto è razionato. Si mangiano le bucce delle patate e ci si scalda con piccoli tozzi di carbone. Maria è giovane e bella. Si è sposata da poco e vuole trovare un posto tranquillo dove vivere il suo amore. Suo marito decide di emigrare in Ighilterra per cercare un futuro più sereno
“Soprattutto in un quartiere come il nostro,la guerra aveva portato tanta miseria. Mio marito era calzolaio e decise di andare nel Regno Unito a cercare fortuna. Aveva un cognato che viveva lì da tempo. Ci organizzammo per raggiungerlo”.
Ma la vita in Inghilterra non era più facile. Il freddo gelava le ossa e la razione di carbone che gli spettava non bastava per riscaldarli. Nel frattempo Maria resta in cinta e nasce la dolce Alfonsina. Con una bambina piccola i due coniugi non si sentono di restare in Inghilterra. Si dividono. Maria torna in Italia con la bambina, mentre il marito decide di emigrare in Venezuela.
Una nuova terra,
una nuova vita.
Siamo nel 1951. Maria è chiamata in Venezuela dal marito. Poco più che diciottenne s’imbarca sulla Francesco Morrosini insieme alla piccola Alfonsina, di appena due anni.
“ Un viaggio lunghissimo. Furono quasi due settimane. Non esistevano cabine e dormivamo tutti in una grande camerata. Terribile, io e la piccola ci stringevamo sotto la coperta per scaldarci. Soffrivamo tantissimo. Ma grazie a Dio superammo anche questa”.
Poi finalmente il Venezuela.
“ Ero felicissima. Mi ricordo che in Italia era quasi impossibile mangiare un po’ di carne. Qui invece ne ho mangiata tantissima, fino a saziarmi”.
Ma il destino ha ancora in serbo delle spiacevoli sorprese per la nostra bella napoletana. Racconta:
“Dopo tre anni mio marito è morto”.
Sola con una bambina di circa sei anni in un Paese straniero. Maria decide di rimandare in Italia la piccola Alfonsina che sarà accudita dai parenti. Lei rimane in Venezuela, perché sentiva che questo Paese aveva ancora qualcosa da darle. Dopo circa sei anni conosce un giovane spagnolo, anche lui emigrato in Venezuela dove riesce ad aprire due pompe di benzina.
“Ho conosciuto questo bellissimo spagnolo, Josè Louis Prieto. Ci siamo innamorati e dopo un po’ di tempo abbiamo deciso di sposarci. Portavo il massimo rispetto per il mio primo marito, ma ero giovane. Così decisi di dare un’altra opportunità alla vita. Sono stata fortunata. Il nostro amore non è mai finito e siamo ancora insieme, contenti del nostro nuovo Paese”.
E’ felice Maria di essere venuta in Venezuela.
“Mi sono trovata benissimo qui. Il mio secondo marito aveva due pompe di benzina e quindi siamo stati sempre bene”.
Il ristorante ZZARO,
l’Italia attraverso il cibo.
“Circa due anni fa con i miei ragazzi abbiamo deciso di aprire questo ristorante, che per me è stato un modo per diffondere la cultura del mio Paese d’origine. Nella mia famiglia la ristorazione è questione di tradizione. Mio fratello ha un ristorante a Milano e mia sorella a Rapallo chiamato
“Abbiamo una clientela internazionale: americani, spagnoli… ed ovviamente tanti italiani.
Cuciniamo italiano ed il giovedì io stessa mi metto ai fornelli e preparo il pasticcio napoletano.
I miei ragazzi lavorano ed io sto qui dentro: mi chiamano la nonna.
Il legame turbolenti
con l’Italia.
Con il suo secondo marito Maria ha avuto altri due figli Josè Louis, 48 anni, ed Antonio, 47.
“Sono stata una delle italiane che ha rinunciato alla cittadinanza italiana; ai tempi non mi rendevo conto. Poi quando sono cresciuti i miei figli, su loro stimolo ho deciso di riacquistare la cittadinanza italiana. Essendo nata e cresciuta in Italia pensavo che non ci fossero problemi, invece è stato un guaio. Ancora non capisco come sia possibile, ma non sono riuscita ad avere il mio passaporto. Recatami al Consolato Generale d’Italia in Caracas, mi sono sentita rispondere che per avere la mia cittadinanza dovevo andare a vivere un anno in territorio italiano. Ma chi mi dà i soldi per stare un anno in Italia? Tra l’altro ho una casa a Roma e pago regolarmente i contributi allo Stato italiano”.
Spiega Maria, che alla fine ha rinunciato ad un suo diritto perché stremata dalla burocrazia italiana.
“Il mio secondo marito è spagnolo e quindi i miei figli hanno ottenuto subito il passaporto spagnolo. Alla fine io sono l’unica venezolana della mia famiglia”.
Nonostante tutto Maria tiene alle sue origini. Ha cresciuto i suoi figli nell’amore per la cultura italian.
“Entrambi i mei ragazzi parlano italiano e vanno spesso in Italia. Hanno studiato in scuole venezolane ed inglesi. Il secondo figlio è andato a studiare ad Oxford. Io ormai, lo dico sinceramente, non tornerei mai più a vivere in Italia. In vacanza si, vado ogni anno, anche perché ho la mia prima figlia che vive li. La gente ormai mi sembra differente. Sono napoletana e mi piace la vivacità dei venezolani.Quando vado a Roma la gente mi sembra fredda. Mio marito oggi ha 82 anni e tiene la contabilità ai miei figli. Ci aiutiamo l’uno con l’altro. Questo è uno dei valori italiani che ho trasmesso ai miei figli”.
Una famiglia d’emigranti quella di Maria, che vede i suoi fratelli sparsi per il mondo. Una generazione che ha vissuto la guerra sulla sua pelle, soffrendo in prima persona. Una generazione che ha dovuto lasciare il proprio Paese per cercare un posto più sereno dove crescere i propri figli. Una generazione a volte dimenticata dal proprio Pese d’origine, ma che continua incessantemente ad amare e rispettare le proprie origini. Ognuno a suo modo ha cercato di portare un po’ della propria terra nei nuovi Paesi che andavano ad esplorare. Maria ha scelto la cultura gatronomica e non so voi ma io personalmente non mi farò scappare il “pasticcio napoletano del giovedì”.
Nei prossimi giorni Maria sarà sottoposta ad un intervento agli occhi, in quanto soffre di cataratta. Tanti auguri di pronta guarigione Nonna Maria.