MARACAIBO- È finalmente ritornato in libertà l’ingegnere italiano Luigi Rossi, sequestrato il primo febbraio a Mara, nella zona industriale di Maracaibo, nello Zulia. Fonti vicine alla polizia hanno confermato che il rilascio è avvenuto prima dell’alba di sabato scorso, in un settore vicino alla capitale zuliana. Rossi, che ha 40 anni ed è nato a Pescara, era stato intercettato da una banda armata che ha agito a volto scoperto quando si trovava nella fabbrica di ceramiche del padre (Alfareria Lago). La famiglia, che non aveva denunciato il sequestro alla polizia, si è rifiutata per il momento di rilasciare dichiarazioni alla stampa. Le modalità del rilascio, indolore ed inaspettato , fanno pensare ad un possibile pagamento di riscatto. Il sequestro Rossi è solo uno dei 14 avvenuti in Zulia.
– Dietro gli ultimi sequestri avvenuti a Maracaibo, San Francisco, Santa Rita e Jesús Enrique Losada vi è la partecipazione di 17 bande organizzate che prima si dedicavano al furto di veicoli – ha dichiarato il comissario Josè Gonzalez, direttore della Polimaracaibo, per poi specificare:
– Ne
A San Francisco, “Los Lechones”, “Los Sureños” e “El Jhonyto” la fanno da padroni.
Ne
Secondo quanto emerso da un’indagine svolta dall’Inteligencia” della Polimaracaibo, in collaborazione con altri organi di sicurezza regionali, “le bande sono composte da otto a dodici elementi, tutti membri della malavita locale e con probabili collegamenti con il carcere di Sabaneta”.
Ricco il currículum degli adepti: sono ladri, assassini, assaltatori di blindati, sicari e sequestratori.
La settimana scorsa, il sindaco di Maracaibo, Gian Carlo Di Martino, di origine italiana, ha comunicato che “i responsabili dei sequestri avvenuti nel territorio di Zulia nel 2008 sono da attribuire a due bande. Una straniera ed una originaria di Sur del Lago. La straniera sarebbe composta da 12 malviventi di Trujillo, Mérida e Falcón , responsabile di tutti i sequestri avvenuti in Zulia nel 2008, meno gli utlimi tre, imputabili alla banda di Sur del Lago”.
Le modalità
Secondo quanto rivelato da una fonte vicina alle indagini “dal carcere di Maracaibo, alcuni detenuti si occupano di cercare gente per studiare il lato economico delle potenziali vittime. Individuate le migliori, stilano una lista che mandano ad altre persone che si occupano di eseguire il sequestro”.
Anche qui il lavoro viene ripartito in piú gruppi. Ci sono i sequestratori, che si occupano di rubare l’auto e rapire la vittima. Il loro lavoro finisce quando consegnano “il pacchetto” ai “Custodi”. Saranno poi questi ultimi a gestire i negoziati coi familiari e “ tenere buone” le vittime.
Zulia, terra di sequestri
In soli 40 giorni sono già 14 i zuliani vittime di sequestri . Nello stesso arco di tempo l’anno scorso le vittime erano appena 5.
Fino ad oggi, ad essere privati ingiustamente della propria libertá sono stati:
– Giovanna Martínez, 17 anni; Fabio Zavagnini, 23; María Consuelo Ocampo, 46; Maidelis Cubillán Gutiérrez; María Chiquinquirá Áñez, 12 anni e Luigi Rossi, 40 anni. Tutti liberati dai loro carcerieri.
– Yosmabel Ojeda, 22 anni; Anny Capó, 14; José Rincón, 40, e Benito Urdaneta, 51, sono invece stati liberati grazie ad interventi delle forze dell’ordine.
– Deceduto in mano ai rapitori il settantaduenne Eustacio Galindo.
Sono ancora nelle mani dei rapitori Juan Gallina, di 25anni di origine italiana e Edixon Govea, di 46 di origine portoghese.
Uno degli elementi piú inquietanti della disastrosa situazione dello Stato Zulia, è la grande disinformazione dei rapitori, tanto che le ultime vittime non fanno parte di famiglie ricche o potenti”, ha precisato il sindaco Di Martino.
È gravíssima la situazione in cui versa il Venezuela, le autorità cercano di fare fronte ad un’emergenza che però continua a crescere e la gente ha paura.
(11/2/2008)