Pd e Pdl iniziano la campagna elettorale su Rai International

ROMA – Nonostante il no alle larghe intese i partiti sono già sul piede di guerra. Inizia così la campagna elettorale all’estero. E, più precisamente, è cominciata proprio nella sala stampa della Camera dei deputati, dove oggi è stata registrata la puntata di febbraio di “Italia Chiama Italia – Parlamento”, appuntamento mensile di Rai International per approfondire i fatti della politica italiana, destinato agli italiani che vivono all’estero e a tutti coloro che hanno un interesse per l’Italia.


Moderati dal vice direttore di Rai International, Maurizio Bertucci, sono intervenuti all’incontro il senatore del Partito Democratico eletto in Sud America, Edoardo Pollastri, sempre per il Pd, Eugenio Marino del Dipartimento Italiani nel Mondo, il responsabile Esteri di Alleanza Nazionale, Marco Zacchera, il delegato Esteri di Forza Italia, Dario Rivolta, e Bruno Tabacci della neo-costituita Rosa Bianca. Anche la Rosa Bianca, infatti, presenterà le proprie liste all’estero.


Il dibattito dal titolo: “Luci ed ombre dell’immagine dell’Italia all’estero” ha spaziato dalla la vittoria italiana all’Onu, con l’approvazione della moratoria sulla pena di morte, e la crisi dei rifiuti in Campania. La puntata sarà presto in onda sul satellite e sul sito internet di Rai International. Ma, inevitabilmente, il discorso ha voltato verso le prossime elezioni del 13 e 14 aprile, le seconde a cui parteciperanno anche i connazionali all’estero eleggendo i propri rappresentanti in Parlamento.


Intorno al tavolo gli opposti schieramenti, che non hanno lesinato critiche e parole dure agli avversari ed hanno già posto sul piatto della bilancia le prime proposte.


Il primo a prendere la parola, sollecitato da Bertucci, è stato il senatore Pollastri per il quale “il desiderio dei nostri connazionali di vedere presenti in Parlamento i propri eletti, per portare avanti le loro istanze, non è cessato”. Certo, ha ammesso Pollastri, gli italiani all’estero non possono essere del tutto soddisfatti di questa prima, seppur breve, esperienza: “è diffusa l’idea che la politica italiana lasci un po’ a desiderare, specie se paragonata a quanto avviene nei rispettivi Paesi di residenza”. È pur vero che i parlamentari eletti all’estero hanno portato a termine una “missione”, quella di “far conoscere gli italiani all’estero, tra luci ed ombre, anche in Italia”, ma ora “vogliono contare di più”.


Per questo il Pd correrà, in Italia e all’estero, in solitaria, anche se è di queste ultime ore l’annuncio dell’accordo siglato con l’Idv di Di Pietro, che sottoscriverà il programma del Pd, appoggerà Veltroni candidato premier e dopo le elezioni farà parte con il Pd di un unico gruppo parlamentare. Questa scelta di autonomia, ha assicurato Eugenio Marino, non vuole essere una “sconfessione degli alleati”, insieme ai quali nella passata legislatura “sono stati messi a punto i conti pubblici”, bensì “una presa d’atto che coalizioni troppo ampie difficilmente possono essere controllate”.


Quanto ad Allenza Nazionale e Forza Italia “hanno costituito qualcosa di nuovo” e stavolta, anche all’estero, si presenteranno unite nel Popolo della Libertà, ha assicurato Zacchera. Non è ancora chiaro se sotto un unico simbolo, ma il centrodestra non ripeterà l’errore commesso nel 2006. Il responsabile Esteri di An è sicuro che “gli italiani all’estero voteranno con giudizio”, anche per restituire un’immagine dell’Italia che nel mondo, ha spiegato, sarebbe ormai deformata da scandali come la questione “rifiuti”, il no de La Sapienza al Papa o la “svendita” di Alitalia ad AirFrance.


Ovviamente contrari a questa visione della realtà gli esponenti del Partito Democratico. Marino, che ha ricordato di essere spesso in giro tra le comunità all’estero, ha detto di aver notato un cambiamento in positivo nell’immagine dell’Italia durante il governo Prodi, per lo meno rispetto agli anni in cui il Paese era guidato da Berlusconi, che all’estero, tra “corna” e “doti di amatore”, non ha mancato di “causare quasi incidenti diplomatici”. In questi due anni, invece, le capacità del ministro D’Alema e della diplomazia italiana, suggellate dal buon esito della moratoria contro la pena di morte approvata in sede Onu, rappresentano dei “risultati eccezionali” per il nostro Paese. E “gli italiani all’estero sono stati i primi ad averne beneficiato”.


In mezzo a questa disputa si è inserita oggi la Rosa Bianca di Tabacci, “una forza politica che si colloca al centro”, nella convinzione che un errato assetto bipolare abbia portato alla costituzione di “due poli che sono un’accozzaglia di diversità”. Come detto, anche la Rosa Bianca si presenterà all’estero ed invita i suoi elettori a “chiedersi non tanto cosa l’Italia possa fare per loro, quanto piuttosto cosa loro possano fare per l’Italia”, che ha bisogno di “appropriarsi dei contributi più costruttivi che arrivano dall’estero”.
Insomma, la battaglia è aperta e sarà dura. Ma almeno su una questione tutti oggi si sono trovati d’accordo: un no secco alle larghe intese. “Non possiamo ghettizzare i nostri parlamentari”, ha detto Pollastri; “gli italiani all’estero sono parte dei cittadini italiani”, gli ha fatto eco Marino, secondo il quale non si può pensare di riunire “diverse identità politiche in un unico calderone che non funziona”. Nel centrodestra la si pensa allo stesso modo: “gli elettori e gli eletti all’estero devono decidere se essere parlamentari a tutti gli effetti o se far parte di una specie di riserva”, ha osservato Rivolta, il che non vuol dire dover assumere “posizioni apriopristiche”, perché se in Parlamento anche dal centrosinistra “arrivano proposte intelligenti” è evidente che saranno appoggiate da tutti i parlamentari, anche da quelli di centrodestra.


Il senatore Pollastri non ha perso l’occasione per ricordare i “tagli continui alla rete consolare” del periodo Berlusconi, l’esponente del Pd ha rivendicato, inoltre, di essere riuscito a far inserire nell’ultima Finanziaria “32 milioni di euro in più per gli italiani all’estero – 14 per iniziativa del governo e 18 per iniziativa parlamentare – senza ricatto alcuno, ma con fermezza” ed anche “con l’appoggio degli amici del centrodestra”. Poi ha aggiunto: “gli italiani all’estero sono stanchi della demagogia. Le file ai consolati: queste sono le brutte figure” che il nostro Paese rischia di fare nel mondo. Cosa faranno allora, in caso di vittoria, destra e sinistra nella prossima legislatura? Quali le priorità del nostro futuro governo per gli italiani all’estero?


Per Edoardo Pollastri è “essenziale dare nuove speranze” e per questo il senatore si è detto “favorevole ad una riduzione delle tasse”. Ma sarà necessario anche “incoraggiare le pmi, che rappresentano il 90% dell’economia italiana” e per le quali, ha colto l’occasione di ricordare Pollastri, il governo Prodi ha stanziato un 40% in più di risorse tra “consorzi export” e Camere di Commercio Italiane all’Estero. Ma c’è di più. Per Eugenio Marino la prossima legislatura dovrà puntare sulla internazionalizzazione dell’interno Sistema Italia, quello commerciale, quello culturale e non ultimo quello degli italiani all’estero. Ed ha annunciato l’intenzione di allargare la detrazione Ici per la prima casa anche ai connazionali all’estero.


“Più risorse per gli italiani nel mondo per applicare la Costituzione“, che sancisce l’uguaglianza tra tutti i cittadini italiani. Questo è messaggio lanciato oggi da Marco Zacchera, secondo il quale se si vuole “fare più Italia” non si può non tenere conto degli italiani all’estero e dei loro diritti: “il diritto alla scuola, il diritto all’assistenza, il diritto alla cultura e all’informazione” e, non ultimo, il diritto a poter contare su servizi consolari adeguati alle loro necessità.


Più serafici Rivolta e Tabacci, con le cui riflessioni si è chiuso l’incontro. “Ristabilire condizioni di serietà”: questo è il primo pensiero di Tabacci, per il quale l’Italia ha bisogno di recuperare quello “spirito etico e civile” che oggi sembra si sia perso.


 


(14/02/2008)