Angela Bologna: quando la passione vince tutto, anche la paura

CARACAS-  Arriva in anticipo all’incontro. Questa è la prima cosa che ci sorprende di Angela Bologna, quando la incontriamo in un affollatissimo caffè caraqueno. E quando la conosciamo restiamo colpiti da questa giovane, bellissima donna. Due occhi scuri, intensi che parlano di una vita vissuta al massimo.  Non una subrette da sabato sera. Non ci sono lustrini sui suoi vestiti, ne trucco intorno ai suoi occhi. Un casco di capelli neri è l’unico ornamento di questa donna. Ha l’aspetto sicuro di chi sa perfettamente ciò che vuole. Ci lasciamo affascinare dall’accento latino che traspare, seppur Angela parli perfettamente italiano. Ad accompagnarla altre tre donne: la madre Maria Antonietta  Visentin, e due amiche, Pina e Genette, quest’ultima manager dell’artista. Siamo curiosissimi e cominciamo subito a chiedere notizie di questa sconosciuta.


 


          Chi è Angela Bologna?


          Sono un’italiana di seconda generazione, nata a Maracay. I miei genitori sono entrambi italiani. Sono cresciuta nella terra del sole, con l’eco dell’Italia nel cuore. Sono una cantante, eseguo repertorio italiano e non solo. Da piccola volevo fare il pilota di elicotteri ma poi.. l’amore per la musica ha avuto la meglio.


          Genitori italiani dunque. Di dove esattamente? E cosa li ha portati in Venezuela?


          Mamma è di Benevento, mentre papà è di Bassano del Grappa.


“Sono venuta qui perché mi sono sposata- racconta la signora Maria Antonietta-. Ho conosciuto il papà di Angela mentre era in vacanza in Italia. Lui lavorava qui in Venezuela. Ci siamo innamorati e poco tempo dopo sono stati fiori d’arancio. Sono arrivata a Maracay nel 1966 e nel 67 era già nata Angela. Sarà stato il cambio climatico” afferma scherzando con noi.“ Poi nel ’70 e nel ’71 sono nate le due sorelle di Angela. Entrambe vivono in Italia mentre noi siamo rimaste qui”


          Chiediamo come mai non hanno pensato di ornare in Italia anche loro ed a risponderci è nuovamente mamma Maria Antonietta…


          Vado in Italia e muoio per tornare qui. Sia chiaro, amo il mio Paese, ma è qui che mi sento a casa. Il venezolano ha accettato lo straniero molto bene. Sin da subito sono stata enusista di quesa nuova terra… ed oggi non ho proprio voglia di lasciarla.


          Anche Angela si sente più venezolana? Qual è il tuo legame con l’Italia?


    Il mio legame con l’Italia sono principalmente i  miei genitori. L’Italiano per esempio, me l’ha insegnato mia madre. Io ho sempre frequentato scuole venezolane. Ma lei mi sta dietro da quando ero piccola, mi parla in italiano ed è pronta a correggermi ogni volta che sbaglio.


Nel ‘91 ho vinto un viaggio con l’associazione campana ed ha visitato l’Italia: Toscana, Lazio, Veneto.. ho girato un po’ tutto il bel Paese. Mi sentivo a casa sentivo qualcosa che mi legava intimamente con questo mondo che esploravo come fosse nuovo. Ero l’unica che aveva un vero interesse. In casa nostra poi c’è una finestra sull’Italia sempre pronta a raccontarci ciò che accade. Stò parlando di Rai International,- afferma scherzando-  non so se ne avete mai sentito parlare…


          Inizia a cantare sin da giovanissima entrando a far parte del Coro del Colleggio “La   Concepciòn” di Maracay. Poi, il 13 maggio del 1991 inizia la sua carriera di solista con un concerto nella Casa Italia di Maracay. E’ il boom: partecipa a numerosi eventi  a carattere filantropico, eventi culturali.


Ma come è iniziato l’amore per la musica?


          E’ stata una cosa spontanea. Sin da piccola ho cercato la musica. Mi muovevo per casa seguendo il ritmo e sentivo le canzoni italiane cantate dai miei genitori. Mia madre soprattutto. Crescendo però mi sono dovuta scontrare con la volontà della mia famiglia. Mio padre non era d’accordo con la mia passione ed io, per timore riverenziale, ho cercato di nascondere il mio interesse il più possibile. Così ho optato per il mio secondo sogno: la carriera di pilota d’aerei militari. Studiare per diventare militare era più congeniale alle aspettative di mio padre. Ho provato a fare i test d’ammissione per entrare  nell’aereonautica militare ma quell’anno avevano deciso di chiudere le porte alle donne. Così sono tornata a Caracas ed ho iniziato farmacia. Ma poi non c’è l’ho fatta. L’amore per la musica è stato più forte. Inoltre avevo già fatto la mia prima esperienza con il pubblico. Quando ho visto la gente alzarsi per applaudimi e iniziare a seguirmi, ho capito che questo era ciò che volevo. Anche mio padre se ne stava rendendo conto ed iniziò a mollare un po’ la presa. Sono andata via da Maracay e mi sono trasferita nella capitale. Con me è venuta mia madre, che è stata sempre al mio fianco- ed in effetti anche mentre parliamo mamma Maria Antonietta è qui con lei. Con gli occhi pieni di soddisfazione, ascolta sua figlia raccontarsi- e unite andiamo avanti.


          Trasferimento nella capitale, pubblico che ti segue.. hi dovuto studiare tanto per raggiungere il tuo livello?


          Assolutamente no. Non ho mai studiato canto, è una dote naturale. I miei nonni erano cantanti: la nonna materna era soprano ed il nonno paterno tenore.  Ma io non lo sapevo assolutamente, ho scoperto di avere ereditato un dono di famiglia quando ero già grande. “C’è una foto di lei piccola, appena tre anni sul palco con il microfono in mano- aggiunge la madre con aria nostalgica-. Non la si poteva lasciare sola. Se vedeva un palco con un microfono si lanciava subito”.


Mi nascondevo  per cantare. Chiusa nella mi astanzetta cantavo le canzoni dei miei idoli. La carriera di cantante spaventava: è un mondo sporco pieno di corruzione. Quando ho cominciato l’attività professionale avevo 22 anni.


     Angela non beve e non fuma, anzi se le si fuma vicino le sue corde vocali ne risentono. E’ una ragazza piena di valori e principi.


Non ti spaventa la vita notturna dell’artista? Soprattutto qui a Carcassa, dove la notte i criminali la fanno da padrone?


          Si, ovviamente bisogna stare attenti. Ginette, mia amica nonché manager, è sempre al mio fiano. Sono ormai sette anni che lavoriamo insieme e dovunque andiamo stiamo sempre attente l’una all’altra.


          Cantare in italiano.. come mai questa scelta?


           Il cd è in Italiano perché per me non ha senso tradurre le canzoni. La musica italiana è una musica che sento, è il mio stile per eccellenza. Non canto solo in italiano- da brava artista di calibro internazionale canta in diverse lingue: inglese, spagnolo, italiano, per dirna alcune- ma la mia produzione discografica si, è esclusivamente in italiano. Sono già al secondo album. Il primo è uscito nel 2005 e si intitolava Rose Rosse. Il secondo invece è uscito da poco, s’intitola Amata Stelle ed è una raccolta- ben 26 brani- della musica di San Remo degli anni 50, 60, 70.


          Ma la musica non è l’unica forma artistica che hai seguito, se non mi sbaglio..


          Ho fatto anche teatro. Mauro Martelli, un grande attore di teatro napoletano, mi ha introdotta nel mondo dello spettacolo. Ho lavorato anche con alcune piccole parti in telenovelas venezolane. Ma è la musica la mia vita.


          Cantante italovenezolana, che canta in lingua italiana. La collettività sicuramente farà il tifo per te, no?


          Tristemente no. La collettività italiana non mi accoglie molto bene. Paradossalmente sono più le associazioni venezolane che quelle italiane ad aprirmi le porte.  Non  ci sono molte opportunità.


          La madre lancia una proposta, che ci sembra interessante: “Così come c’è  Miss Italia nel mondo perché non fanno un San Remo per gli italiani nel mondo?”


            Il sogno di Angela ancora non è stato realizzato..


           Pian piano lo stò costruendo. Non ho mai creduto al “colpo di fortuna” credo che uno debba faticarsi il suo successo. Certo un concerto in Italia non mi dispiacerebbe, conclude ridendo.


 


Il tempo è finito, lasciamo Angela con ancora tante domande da farle e con uno strano senso di malinconia nel cuore.


Una curiosità: Angela è ancora libera..quindi, cari fan, fatevi avanti…


 


(18/02/2008)