Plichi elettorali, “tutto procede al meglio”

Fra denunce di brogli, accuse reciproche dei vari schieramenti politici e notizie inquietanti come quelle giunte dall’America meridionale, dove sono state stampate 120.000 schede in più rispetto a quelle necessarie, è terminata ieri la distribuzione dei plichi elettorali per far sì che gli Italiani residenti all’estero possano esprimere il proprio voto. Lasciando da parte le accuse più prettamente politiche che riguardano le modalità con cui varranno espresse le preferenze andiamo invece a vedere le operazioni stesse di distribuzione delle schede poiché anche queste non sono state esenti da critiche.


Innanzi tutto vi è il problema dell’affidabilità o meno del servizio postale, specialmente in quegli Stati con un livello economico piuttosto basso. In alcuni casi è stato pertanto scelto di affidare la consegna delle schede elettorali a società private, ma anche queste potrebbero presentare dei problemi di affidabilità. Non è questo il caso degli Stati Uniti dove “è stato scelto il servizio postale nazionale perché – secondo quanto riferito da fonti del consolato generale di Bostonqui funziona veramente bene”. La medesima scelta è stata fatta anche in Brasile, come ha spiegato Simone Greco, funzionario del consolato generale di San Paolo:Il servizio postale in Brasile è gestito da un ente privato ed è stato scelto proprio questo”.


Un secondo tema che ha gettato ombre sul voto all’estero riguarda l’effettiva possibilità di voto per tutti gli iscritti all’Anagrafe Italiani Residenti all’Estero (Aire). A detta di molti, infatti, non tutti coloro che vi sono iscritti hanno effettivamente la possibilità di votare. Questo problema è stato confermato da Simone Greco il quale ha spiegato che “effettivamente ci sono molte pratiche che, per problemi di comunicazione con l’Italia non sono state aggiornate. Questo fenomeno riguarda in particolare due tipologie di persone, coloro che hanno acquisito la cittadinanza italiana solamente da poco tempo, oppure coloro che si sono trasferiti recentemente all’estero. E’ stato però fatto un lavoro straordinario, creando degli elenchi a parte o rivolgendosi ai comuni di provenienza e questo ha permesso che l’80% circa di queste persone avranno comunque la possibilità di votare. Effettivamente si tratta di un numero elevato di casi, circa il 35% degli aventi diritto al voto si trovavano infatti in questo stato”. Angelo Miccirè, anch’esso del consolato generale di San Paolo, ha aggiunto che “la preparazione di elenchi straordinari è prassi comune. L’aggiornamento degli elenchi è di competenza del Ministero dell’Interno, non nostra, comunque grazie alla collaborazione di questo Ministero con quello degli Esteri e con l’Anagrafe si è riusciti a limitare di molto il problema”. Problema che, essendo di competenza delle autorità italiane, non varia in dipendenza del livello economico del Paese in cui è situato il consolato.


Altro problema è quello del ritorno al mittente di alcuni plichi elettorali per l’irreperibilità dei destinatari. Anche in questo caso non vi è stata la smentita da parte dei consolati, i quali hanno però sminuito la questione. Greco ha spiegato che “i casi di irreperibilità sono piuttosto limitati, questo fenomeno è limitato a coloro che hanno cambiato indirizzo senza comunicarlo”. Per quanto riguarda i brogli invece, sia a Boston che a San Paolo, negano di avere avuto notizie di questo tipo. Infine una notizia positiva, annunciata da Miccirè, il quale ha sottolineato come “l’interesse per queste elezioni sembra maggiore rispetto a quello dimostrato durante le precedenti. Le persone chiamano molto di più e chiedono informazioni”.