“Difendere il voto degli italiani all’estero”

CARACAS- Mario Galardi si candida al senato per il Pdl. Laurea alla  Bocconi. Viene assunto dalla Olivetti di Ivrea, e, dopo alcuni anni di lavoro a Milano, inizia una attività trentennale presso Consociate estere del gruppo Olivetti, in Spagna, in Portorico e in Venezuela. Dal 1994 ha ricoperto incarichi direttivi presso la Cavenit, di cui è stato Presidente negli anni 2000-2002. Risiede a Caracas, dove attualmente svolge attività di editorialista politico.


 Perchè si candida?


Per coerenza con le mie idee politiche. Non sono mai stato un politico, sempre un manager, ho lavorato con l’Olivetti nei paesi di “habla ispana”. In Venezuela ho svolto molte attività nelle associazioni, in particolare per la Cavenit. Nel 2001-02 ne sono stato il presidente. Anni importanti, in cui la Camera ha avuto un forte impulso. Ho sempre rivolto la mia attenzione verso le imprese piccole e medie, che coprono tutto il territorio venezolano.


Quali sono le sue idee politiche?


Le mie idee sono legate alla liberaldemocrazia, negli ultimi due anni ho sofferto molto il governo Prodi, molte misure attuate sono state negative. Mi identifico nei valori di Berlusconi, sono berlusconiano dal ’94. Non dimentichiamo che il suo governo ha concesso il voto agli italiani all’estero. Se noi stiamo votando dobbiamo riconoscere il merito del ministro Tremaglia.


Cosa c’è nel suo programma per gli italiani all’estero?


Nel fare la mia campagna pubblicitaria sono ricorso alla tipografia di un amico italiano, ha 85 anni, ha messo su un’azienda che dà lavoro a tante persone. Ha  perso la cittadinanzia e non l’ha più riacqustata. Le faccio  un altro esempio. Un amico ha 5 figli italiani e 2 che non lo sono. Non è possibile.  Quindi la cittadinanza è senza dubbio una priorità. Il programma è un inzio, bisogna fare molto di pìù. Io privilegio la parte aziendale ma non trascuro quella culturale, la lingua. Occorre organizzare programmi di scambio per i giovani.


Di che tipo?


 Molti giovani devono poter tornare nella Madriepatria per conoscerla, alcuni non lo hanno ancora fatto. E’ un progetto molto grande, ho il senso della misura, però se sarò eletto al Senato proverò a portarlo avanti. Vorrei aggiungere un’altra cosa.


Lo faccia.


Tutte le statistiche danno il Pdl come favorito alle elezioni. Avere un rappresentante del Pdl potrà essere molto più utile, perché sarà la coalizione di governo.  Più in generale credo che italiani all’estero non possono disinteressarsi all’ Italia. Ci sono tendenze all’interno dei vari partiti che non vogliono che si voti all’estero. Io sono iscritto all’Aire di Milano, vorrebbero che votassi a Milano. Bisogna stare attenti, per questo dobbiamo coinvolgere le popolazioni italiane all’estero su quello che accade. Per evitare di perdere il voto.


Quale è la sua visione politica dell’Italia?


Io sono stato negli ultimi anni articolista su giornali on-line. Ho sempre seguito da vicino la politica. Penso che il nostro paese abbia perso occasioni storiche. Ha bloccato il suo sviluppo trenta anni fa, quando decise di chiudere con la tecnologia nucleare.


Lo vollero i cittadini, ci fu un referendum.


Certo, ma la colpa fu dei cattivi maestri. Sicuramente dev’essere una priorità rilanciare lo sviluppo contro verdi e comunisti che vogliono bloccare tutto. Che pena vedere una bellissima città, come Napoli, invasa dalla spazzatura. O l’Italia si modernizza o avremo un futuro incerto.


Nel vostro programma si parla anche di assegni sociali.


E’ importante, è giusto, ma dobbiamo essere realisti. Difficile ottenerlo a crescita zero. Più l’economia si sviluppa e più sarà facile portare a casa i risultati.


Al Senato, in Venezuela,  correte in due per il Pdl. Lei e Ugo Di Martino? Vi siete divisi la campagna elettorale?


No, assolutamente, Non c’è stata coordinazione. La decisione l’ha presa il partito, e se ne fa responsabile. Io faccio la mia campagna, coerente con le mie idee. Faccio una mia campagna modesta, poi vedremo cosa succede.


Lei è stato presidente della Cavenit, parliamo dei rapporti tra le multinazionali italiane e il sistema di piccole imprese di origine italiana, dovrebbe esserci maggiore sinergia?


Innanzitutto credo sia molto positivo che le grandi aziende abbiano ottenuto commesse importanti, ma l’interscambio deve andare molto più in là. Il tessuto di aziende piccole e medie è importantissimo per questo paese.La laboriosità e la presenza italiana si vedono in diversi settori diversi: alimentazione, servizi. Occorre un occhio di attenzione affinché vengano favorite al massimo.


Ambasciata e consolati, qualcosa da rimproverare?


Non oso entrare in un discorso di questo tipo, non ho titoli per dare giudizi. Ovviamente come parlamentare io darò il mio contributi affinché siano presi in considerazione i problemi in Venezuela.


Nella sua coalizione è presente anche la Lega Nord, una forza xenofoba. Per chi ha vissuto le difficoltà degl emigranti, è difficile condividerne le idee?


Qui ci differenziamo dalla sinistra. Non ho nulla contro l’immigrazione, ma bisogna avere il senso della misura. C’è stata negli ultimi anni un’invasione. Il buonismo non va bene: anche noi abbiamo avuto l’emigrazione, ma non possiamo accettarli tutti. Se aprissimo le porte saremmo invasi. Non è possibile.


Ma certi atteggiamenti come un maiale in un luogo in cui costruire la moschea?


Non l’avrei fatto, io sostengo che bisognerebbe sostenere la reciprocità, dobbiamo poter aprire chiese nei paesi mussulmani. Quando apriamo le porte dobbiamo privilegiare chi ha la cultura nostra cioè gli italiani nel mondo, sarebbe giusto che venissero loro in Italia.


I lavori per immigrati sono i più umili? Gli italiani verrebbero a raccogliere i pomodori,


In alcuni casi lo farebbero pure, ma il problema è un altro. Se vengono duecento mila immigrati per raccogliere i pomodori, i loro figli non vorranno più farlo, allora che facciamo? Facciamo venire altri duecento mila immigrati? Non possiamo andare avanti così.


Lei crede sia giusto mettere la conoscenza della lingua italiana per ottenere la cittadinanza?



Quanti voti aspira a prendere?


(Sorride)Vorrei saperlo anche io, non mi sono posto il problema, mi sono candidato con entusiasmo, per coerenza con le mie idee. Se sarò eletto mi dedicherò a questa attività a tempo pieno, anche perché non ho altri impegni, sono pensionato dal 2003.