Lingua, cultura giovani: le priorità dell’Udc

CARACAS- Fabrizio Segulin è il candidato in Venezuela dell’Udc, il partito di Casini con l’ambizione di ricostruire la vecchia Democrazia Cristiana. L’Udc in Italia si presenta da solo. Fino a pochi mesi fa era alleato della coalizione di Berlusconi. Ora rischia di rimanere fuori dal Parlamento se non riuscità a raggiungere il 6% su base nazionale, e l’8% in almeno una regione italiana.


Fabrizio Segulin non è molto conosciuto nella collettività: è il candidato venezolano più giovane (classe ’62). Italiano di seconda generazione, ha lavorato tutta la vita come dirigente in una grande impresa che opera nell’ambito dell’assemblaggio di automobili. Arriva in redazione accompagnato dalla figlia.Alla fine ci lascia con un augurio: “Spero che un italo-venezolano arrivi alla Camera. Sarebbe un peccato se lo perdessimo”.


Come mai la scelta di candidarsi?


Non sono molto noto nella colettività. Ho lavorato tutta la vita in un’industria privata. Sono ormai 25 anni. Però tra il 2000 e il 2004 sono stato presidente dei Giuliani nel mondo.


Durante alcuni incontri con i circoli italiani in Argentina e America latina ho conosciuto Gianfranco Tuzzi, e mi ha chiesto di presentarmi nell’Udc. Il nostro capolista alla Camera è Eugenio Sangregorio. La mia è una candidatura regionale, quindi sto facendo campagna elettorale solo in Venezuela.


Quindi lei ha probabilità di vincere?


Non direi questo, piuttosto sottolinerei che si tratta di una prima esperienza per cercare di capire che spazio c’è per chi condivide i valori della Udc.


Qual è il programma?


Tutte le forze politiche hanno programmi molto simili, perché le problematiche sono comuni. A noi interessa soprattutto la lingua e la cultura italiana. Molti giovani, figli di italiani, non hanno possibilità di impararla, invece dovrebbe essere una priorità dell’Italia. Molti giovani vorrebbero poi avere la cittadinanza italiana. In America latina spesso ci sono difficoltà per i giovani, magari guardano all’Italia, all’Europa come un’alternativa di lavoro, di vita. Per loro il passaporto italiano può essere una grande opportunità.


Ritorniamo all’Udc, sia in Italia che qui fa una campagna molto soft.


Noi non abbiamo le risorse che hanno altri candidati, ci basiamo sui contatti personali, cerchiamo di far girare la voce nei vari circoli.


Torniamo in Venezuela, quali sono i problemi tipici degli italo-venezolani?


Sicuramente il discorso della sicurezza è importante, anche per i turisti italiani. Dovrebbero essere ben informati sulle condizioni di rischio di questo paese. Le tragedie che sono avvenute ci fanno capire che spesso manca una comunicazioni efficace. Poi credo che sia importante anche l’interscambio sportivo. Io sono abbonato al Civ, e penso che lì ci siano tanti giovani talenti.


Sull’Ambasciata e Consolato qualcosa da ridire?


Beh, credo che i problemi siano quelli di sempre: affollati, mancanza di personale, mancanza di risorse.


Quali sono i valori dell’Udc?


Senza alcun dubbio la famiglia, soprattutto nell’ottica cristiana. E’ un partito che sta rinascendo, magari questa volta non faremo un grande risultato. Ma tra vent’anni le cose andranno diversamente.