Venzuela, affluenza in calo

CARACAS – Oggi si avranno i dati sull’astensione degli italiani all’estero. Ieri il consolato di Caracas ha aperto alle 7 del mattino, per permettere agli ultimi ritardatari di imbucare la propria scheda. La casella postale Zoom è stata posta all’entrata: gli elettori passano con l’automobile, si fermano, imbucano e scappano via sovraffatti dai clacson delle auto in fila. C’è chi ha con sé una sola scheda, molti ne hanno 3 o 4.  A custodia della regolarità delle operazioni elettorali ci sono sia due vigilanti, che una poliziotta della Pm. Quando arriviamo alle 12 non c’è tensione, tutto sembra scorrere liscio: al mattino arriva in redazione la notizia di suggerimenti elettorali proprio davanti alla sede consolare.  Non c’è fila per ritirare il duplicato, in meno di dieci minuti è possibile averlo: tutti gli altri servizi sono sospesi. Fuori al consolato, con i duplicati, si vota come si può: appoggiandosi a una macchina, al muro, qualcuno si guarda attorno. C’è chi viene invitato dalle guardie ad esprimere il proprio voto lontano da occhi indiscreti.


Sia a Maracaibo che a Caracas c’è stata una flessione dei voti. Una riduzione dovuta ai ritardi con cui l’impresa Zoom ha consegnato le schede. Unanime il giudizio: la Zoom non si è rivelata all’altezza del compito.