I candidati venezolani ai raggi x

ROMA- I risultati non sono ancora definitivi, ma quelli parziali bastano a tracciare un bilancio sui candidati italovenezolani alle politiche. Nessuno è riuscito a conquistare un seggio in parlamento. La geografia del voto ha premiato l’Argentina (ne piazza quattro: Caselli, Giai, Merlo, Angeli) e il Brasile (Porta). Riccardo Merlo, il più votato in assoluto tra gli italiani all’estero, ha preso 50mila voti, grazie all’appoggio del kirchenismo in Argentina. Grande delusione per Pallaro, sospetti su Caselli.


 


CAMERA


Mariza Bafile (PD)


Il candidato italovenezolano più votato in assoluto è stato Mariza Bafile, settima alla camera. Non è riuscita a riconfermarsi come onorevole, ha perso circa 6.000 voti rispetto alle ultime elezioni, ma con 11.832 voti è risultata la seconda più votata nel Pd in America Latina, dopo il neo-eletto deputato brasiliano Fabio Porta (15.932). Ha accumulato mille voti di vantaggio su Rotundo Francesco, terzo nel Pd. Senza dubbio sulla mancata riconferma di Bafile ha pesato il crollo degli elettori in Venezuela, e la poca spinta propulsiva del suo elettorato venezolano.


 


Nello Collevecchio (PDL)


Grandi speranze erano state riposte su Nello Collevecchio, già noto nella comunità italo-venezolana come membro del Cgie. Nonostante la massiccia campagna elettorale, il risultato non lo ha premiato. Guadagna 8.745 voti, e si piazza alla Camera al 13esimo posto. Guadagna oltre tremila voti rispetto a due anni fa (quasi li duplica), quando si presentò con la lista Pallaro, e arrivò ultimo. Nel Pdl è terzo, dopo Giuseppe Angeli (14.166) che si riconferma deputato, e Tirelli Franco (13.719).


Il Pdl in Venezula ha portato a casa un ottimo risultato, con una media di oltre 70% di voti. A penalizzare il candidato abruzzese l’assoluta assenza di campagna elettorale all’estero e, come tutti i candidati venezolani, il crollo degli elettori locali (-12%).


                                                                                         


 


Segulin Fabrizio (UDC)


Outsider, poco conosciuto tra gli italiani in Venezuela, il candidato dell’Udc guadagna appena 599 voti. A differenza di Bafile e Collevecchio, non aveva concrete possibilità di vittoria. Quasi nulla la campagna elettorale. Arriva 38esimo su 50 candidati. Nel suo partito è ultimo, il primo, Eugenio Sangregorio, ha preso 26.893 voti, arrivando secondo in tutta l’America Meridionale. Non ha vinto a causa di una lista debole: non si è riuscita a piazzare tra le prime tre. Sangregorio è stato favorito dai voti anche di Juan Esteban Caselli, che lo ha appoggiato alla Camera promuovendo il voto disgiunto (Senato Pdl, Camera Udc).


 


Giordano Bruno Venier (SA)


Appena 462 voti per il candidato della Sinistra Arcobaleno, 39sima posizione. E’ arrivato ultimo tra i venezolani, ma quarto su cinque nel suo partito. Il primo, Marquez Eduardo Fabian (28esimo), ha guadagnato 2.039 voti, l’ultimo, Arduino Monti (42esimo), 399. Bruno Venier si è mostrato molto attivo durante la campagna elettorale, con varie apparizioni in televisione e una breve intervista su Ultimas Noticias. Hanno pesato sul risultato anche scelte sbagliate: è l’unico candidato ad aver rifiutato l’intervista al nostro giornale, ha curato zone di grande valore simbolico, come Petare, ma senza una significativa presenza di italiani.


 


 


SENATO


 


Ugo Di Martino (PDL)



9.675 voti, 11esimo al Senato (su 28 candidati). Arriva secondo nel suo partito dopo l’imbattibile Caselli, 48.128 voti su cui gravano tantissimi sospetti. Anche Di Martino, come Collevecchio, ha quasi raddoppiato il numero di voti rispetto alle passate elezioni, quando si presentò con la lista di Mastella (Udeur) ed ottenne 5000 voti. Non è bastato. In realtà non ha mai avuto grandi possibilità di vittoria. Primo: Caselli, come previsto, si è rivelato imbattibile. Secondo: Di Martino ha dovuto condividere il piccolo bacino elettorale locale con un altro candidato al Senato, Mario Galardi. Due venezolani candidati in uno stesso partito, scelta incomprensibile del Pdl. Anche Di Martino non ha fatto campagna elettorale all’estero, privilegiando la collettività locale, che già lo ha eletto tempo fa al Cgie.


 


Mario Galardi (PDL)


7.638 voti, 15simo al Senato in America Latina, ultimo nel Pdl, staccato di pochi voti da Chianello Aldo Antonio (7.920). Anche per Galardi non ci sono mai state concrete possibilità di vittoria. Da sempre berlusconiano, ha fatto la sua campagna elettorale smarcandosi dal duo Collevecchio e Di Martino, e puntando anche sull’Argentina. Un risultato discreto per un ex-dirigente dell’Olivetti, che all’età della pensione ha tentato la via della politica. Era noto tra gli italiani per esser stato presidente della Cavenit, e per aver ricevuto l’appoggio del nucleo storico del centro-destra in Venezuela.