Pensioni, aumenti in Italia e all’estero no: “Perché?”

ROMA – “Sono passati ben sette anni e due governi di centrodestra e di centrosinistra, ma il diritto all’importo aggiuntivo di 154 euro per i pensionati residenti all’estero stabilito da una legge entrata in vigore dal 2001 è ancora negato”. E’ quanto denunciano i deputati del Pd Gino Bucchino (foto) e Marco Fedi, in un’interrogazione parlamentare in cui si chiede al governo di approvare al più presto “un intervento amministrativo che stabilisca una volta per tutte” che “quell’importo, introdotto dalla Finanziaria 2001 a favore dei pensionati ‘poveri’, sia finalmente erogato anche ai titolari di pensione italiana residenti all’estero”. La legge prescrive che l’aumento in questione venga corrisposto a cittadini italiani la cui pensione annua non superi i 5.915,50 euro, e il cui reddito complessivo non superi gli 8.640,84 euro annui.


“Si tratta – fanno notare i due parlamentari – di un beneficio circoscritto a una limitata platea di aventi diritto, e interessa in particolare i pensionati italiani residenti in America latina che vivono in uno stato di estremo disagio”. Però “l’Inps ha deciso, secondo gli interroganti senza una fondata e plausibile motivazione, di escludere i residenti all’estero”. Bucchino e Fedi ritengono che “l’esclusione di migliaia di connazionali residenti all’estero dalla attribuzione di un modesto beneficio previdenziale, che viene invece concesso a tutti i titolari di pensione residenti in Italia, rappresenti una manifesta ingiustizia che non trova alcun fondamento tecnico-giuridico”.