Maracaibo, ansia per Giacomo Cunsolo

CARACAS – Mentre si attendono novità sul sequestro Di Battista, continuano gli appelli ai rapitori di Giacomo Cunsolo da parte dei familiari del giovane ingegnere prigioniero ormai da quattro mesi. E’ diventata di dominio pubblico una notizia fino a pochi giorni fa riservata, ovvero che Cunsolo non è tornato libero dopo che, due mesi fa, i familiari avevano pagato il riscatto. Un fatto che fa temere il peggio, ma proprio ieri è emersa una spiegazione che potrebbe escludere esiti tragici: l’ostaggio non è stato rilasciato perché i componenti della banda che hanno raccolto il riscatto se lo sono tenuto per loro, abbandonando coloro che custodivano il prigioniero. I quali si sarebbero rifatti vivi con la famiglia Cunsolo, chiedendo un altro riscatto. “Dopo un silenzio durato due mesi i rapitori ci hanno chiamato, chiedendo altro denaro – questa una dichiarazione dei familiari di Cunsolo, riportata dalla stampa marabina. – Noi abbiamo risposto di risolvere i conflitti interni della banda tra di loro, e abbiamo chiesto una prova in vita di Giacomo. Ancora la stiamo aspettando. Non ci hanno ancora richiamato”. Intanto l’emergenza sequestri non cenna a placarsi. Ieri nello Zulia si è verificato il 63º rapimento, ai danni di una donna di 22 anni. Il marito era con lei, è stato ferito dai banditi mentre tentava di difenderla. Colpito da tre colpi di pistola, è stato trasportato in una vicina clinica. Ignote le sue condizioni.