Decreto fiscale, “penalizzati i connazionali”

ROMA – Approvato dalla Camera, è giunto in Senato il dl 93/2008 recante “disposizioni urgenti per salvaguardare il potere di acquisto delle famiglie”, contenente l’esenzione dell’Ici sulla prima casa, ma non per quelle dei connazionali all’estero. Al dibattito sul decreto è intervenuto Claudio Micheloni, senatore del Pd eletto in Europa e vicepresidente della commissione Esteri, il quale ha esordito sottolineando che “il decreto legge in discussione penalizza pesantemente le comunità italiane nel mondo. In primo luogo – spiega – per quella che, nei fatti, è la prima casa in Italia, gli italiani residenti all’estero non beneficeranno della soppressione dell’Ici e ciò va contro il decreto legislativo n. 504 del 1992 e le disposizioni prese dal governo Prodi. In secondo luogo è previsto un taglio di 10 milioni di euro per le politiche generali destinate agli italiani all’estero, la loro integrazione nei paesi di residenza, l’informazione e la promozione culturale, la conferenza dei giovani e la razionalizzazione della rete consolare. Inoltre, vi è un taglio di un’altra decina di milioni per i consumi intermedi relativi agli uffici all’estero. Altre risorse vengono poi tolte alla promozione di iniziative nel settore della divulgazione della cultura italiana all’estero”.


Tali misure, sostiene Micheloni, “sono recepite dagli italiani all’estero come una vera beffa e un’umiliazione a fronte delle promesse contenute in milioni di lettere che il capo della maggioranza ha inviato a tutti gli italiani nel mondo durante la campagna elettorale”. Sulle quali, ricorda Micheloni, c’era scritto: “Per quanto ci riguarda sosterremo con sempre maggiore impegno le comunità italiane all’estero e cercheremo di intensificare il vostro legame con la madrepatria affinché siate fieri della vostra italianità”.


“La tassa dell’Ici, come quella sui rifiuti ed altre tasse fisse legate alla prima casa – ha ricordato Micheloni – vengono pagate dagli italiani all’estero interamente, anche se risiedono in queste case un solo mese all’anno, quando va bene. Tali tasse sono recepite come una profonda ingiustizia, che penalizza investimenti fatti da milioni di lavoratori che, rimandando in Italia somme stratosferiche con le loro rimesse, nel dopoguerra hanno contribuito fortemente allo sviluppo del Sud e anche del Nord Italia. Con queste decisioni di tagli e di punizione fiscale il governo dimostra che dire: ‘gli italiani all’estero sono una risorsa’ è solo uno slogan, uno spot televisivo in più!”


“Le risorse destinate agli italiani all’estero – ha ribadito il parlamentare del Pd – non devono essere percepite come una spesa bensì come un investimento. Per illustrare che è veramente un investimento e non una spesa porto un solo esempio: nel 2006 i lavoratori italiani ex emigrati che sono rientrati in Italia per vivere la loro terza età da pensionati hanno prodotto un introito nell’economia italiana facendo versare dalle casse pensioni statali di 10 paesi europei più gli Stati Uniti la somma di 3.346.000.000 di euro. Solo dalla Svizzera vengono versati ogni anno in Italia più di un miliardo di euro dalle casse pensioni dello Stato svizzero e almeno altri 600 milioni di euro dalle casse pensioni aziendali”.