Retata anticamorra, “arrestate Aldo Miccichè”

ROMA – “Un’operazione di portata storica” contro quella che, attualmente, è la più forte delle tre mafie italiane: la ‘ndrangheta calabrese. E nella quale è implicato un personaggio ben noto alla comunità italiana in Venezuela, l’imprenditore Aldo Miccichè, già assurto agli onori della cronaca, poco prima delle elezioni del 13 aprile, come quel personaggio che avrebbe offerto a Marcello Dell’Utri – uno dei fedelissimi di Silvio Berlusconi – 50 mila voti dal Sudamerica. E’ quanto riportano gli organi di informazione italiani riferendo dell’operazione con cui la Direzione nazionale antimafia ha decapitato il clan dei Piromalli, una delle famiglie più potenti della criminalità organizzata. Miccichè è tra le 21 persone oggetto di un ordine di cattura; ma è ancora a piede libero, con altri due indagati che hanno evitato l’arresto. Era finito nel mirino della magistratura da diversi mesi, e il suo nome era diventato conosciuto all’opinione pubblica italiana quando, il 12 aprile – un giorno prima delle elezioni – vennero rese note le intercettazioni telefoniche in cui lui, Miccichè, chiamava Dell’Utri offrendogli migliaia di voti, da ricavare ponendo artatamente il voto del Pdl sulle tante schede bianche che, era facile prevedere, la ripartizione America meridionale avrebbe espresso. In cambio, ipotizzano gli inquirenti, Miccichè avrebbe chiesto, per conto dei Piromalli, l’intercessione di Dell’Utri per un ammorbidimento dell’articolo 41bis, che dispone il carcere duro per i condannati per reati di mafia.