Assegno sociale negato ai connazionali?

ROMA – La commissione Bilancio del Senato ha dato via libera agli emendamenti su precari e assegni familiari. Il primo viene circoscritto alle cause in corso, mentre il secondo, tra i requisiti per aver diritto a quella forma d’assistenza, cancella quelli relativi al reddito ma mantiene quello secondo cui bisognerà aver “soggiornato legalmente” per almeno 10 anni consecutivi nel territorio nazionale. In questo modo, denuncia il Pd, “si alza un muro molto più alto anche verso gli italiani in disagiate condizioni economiche e sociali, che vogliano tornare in Italia in una fase della loro esistenza, in cui le condizioni di vita diventano più difficili o, addirittura, precarie. E questa è, purtroppo, una condizione diffusa dei cittadini italiani anziani che risiedono nei in America meridionale, che da questo governo sono stati già colpiti dai tagli sulle voci dell’assistenza diretta e indiretta”. Sulla stessa linea Felice Belisario (Idv): “Se per qualsiasi ragione, un cittadino italiano ha trascorso un periodo di tempo all’estero non potrà beneficiare dell’assegno sociale”. Anche dalla Pdl arrivano critiche al provvedimento. L’onorevole Di Biagio parla di norme dettate da lobby e interessi personali: “Bisogna cambiare drasticamente rotta per evitare di produrre un danno irreparabile nei confronti delle fasce deboli e anche dei nostri connazionali residenti all’estero, già decisi e pronti alla protesta”. Ma oggi il testo passa all’esame dell’aula; e forse sarà coperto dalla “fiducia” del governo.