La manovra è legge, cambia l’assegno sociale

ROMA – Il governo incassa la fiducia – la quinta in cento giorni – e la manovra economica è legge. Diventano così ufficiali, in particolare, le contestatissime norme “anti-precari”, su cui continuano a pesare sospetti di incostituzionalità, e quella che ridefinisce i requisiti per accedere all’assegno sociale, imponendo, in particolare, che non se ne avrà diritto qualora non si abbia soggiornato per almeno dieci anni consecutivi in Italia. Su quest’ultimo punto è più accesa la polemica da parte degli eletti all’estero. Intervenendo in aula, l’onorevole Laura Garavini, eletta in Europa per il Pd, ha accusato il governo Berlusconi di “prendere a pesci in faccia gli italiani all’estero: con la scusa della paura degli immigrati, toglie l’assegno sociale ai connazionali indigenti che rientrano in Italia”. “E’significativo – ha poi commentato – che gli onorevoli della maggioranza eletti all’estero, venendo meno alle promesse fatte ai loro elettori, abbiano votato contro un ordine del giorno che chiedeva al governo di tutelare gli italiani residenti all’estero. Hanno tradito le speranze e le aspettative degli italiani residenti all’estero”.


Alla Camera la manovra è stata approvata con 314 voti a favore, 230 contrari e un astenuto. Il capogruppo del Pdl alla camera, Fabrizio Cicchitto, saluta una legge “tesa a sostenere l’economia del Paese e ad aiutare gli strati sociali più deboli”. Per ferrero (Rc) invece si tratta di un “recessivo, antipopolare, anticostituzionale”.