Connazionale vittima di un secuestro express

CARACAS – Un commerciante di origine italiana, il 52enne Bartolomeo De Vita Ramos, è stato ucciso nel corso di un secuestro express. Il fatto è accaduto mercoledì 13 agosto, a Caracas. I suoi familiari avevano pagato il riscatto richiesto, pari a 10 mila bolívares fuertes (circa tremila euro); ciò non è valso a salvare l’ostaggio, che è stato ucciso verso le otto di sera dello stesso giorno in cui è stato rapito, con dieci colpi di pistola. De Vita lascia tre figli; sul caso indaga il Cicpc di Caricuao. Con tutta evidenza si tratta di uno dei casi, sempre più frequenti, in cui la piccola criminalità colpisce un bersaglio qualunque, senza accertarsi che sia particolarmente facoltoso, pur di avere un ricavo immediato, anche se modesto. De Vita viveva in una piccola villetta a Tacarigua de Mamporal, nello stato Miranda. La sua attività era la compravendita di auto usate; aveva anche una piccola officina di autoriparazioni a La Victoria, nello stato Aragua, già sede della Fiat venezuelana.


Secondo quanto riferito dal quotidiano el Carabobeño, De Vita è stato sequestrato alle 10 di mattina nella zona di Antimano, mentre era a bordo della sua automobile, una Fiat Siena bianca, che ancora non è stata ritrovata. I rapitori hanno immediatamente chiamato la famiglia, usando il cellulare dell’ostaggio, chiedendo fosse pagato il riscatto. Quindi hanno passato il telefono allo stesso De Vita, che ha supplicato la moglie di mettere insieme la cifra richiesta e pagare. I diecimila BsF vengono quindi racimolati attraverso una frenetica colletta tra parenti e amici, e verso l’una del pomeriggio la somma viene consegnata a una coppia giunta in motocicletta, di fronte alla stazione della metro di Antimano. Dopodiché i familiari ricevono un’ultima telefonata, in cui si assicura che l’ostaggio in breve tornerà a casa. Da quel momento, invece, del commerciante non si sa più nulla. Il giorno dopo, giovedì, i familiari iniziano una ricerca del congiunto per commissariati, ospedali, obitori. Alle 4 del pomeriggio arriva una chiamata dalla polizia, in cui si chiede ai familiari di identificare il corpo di un uomo che un indigente aveva rinvenuto qualche ora prima in un terreno incolto del settore El Chorrito, a Caricuao, nel sudest della capitale. Si tratta proprio del cadavere di De Vita. Il momento della morte è stato fissato alle 8 di martedì; il corpo presentava ferite multiple, due proiettili hanno colpito in pieno il cuore. Tutta la vicenda si è chiusa senza che sia mai stata presentata denuncia alle autorità di un avvenuto sequestro.