CARACAS – Il 16 agosto del 2005 un aereo modello MD82 della colombiana West Caribbean Airways partito da Panama e diretto nella Guayana francese cadde nella Selva de Perijá, in Venezuela. Morirono 160 persone, tra cui un cittadino italiano, Davide Scaglioni, originario della Val d’Aosta che risiedeva nella Martinica. Proprio la scorsa settimana, in corrispondenza del terzo anniversario dalla data del disastro, la magistratura venezuelana ha scritto la parola “fine” su quella vicenda. I tribunali 14, 17 e “Primera Nacional en Aeronáutica Civil” hanno confermato definitivamente la tesi dell’errore umano, liberando così i vertici della WCA da qualsiasi responsabilità penale. Stante tale sentenza, infatti, le colpe dell’accaduto ricadono interamente sull’equipaggio navigante, il capitano Omar Ospina e il copilota David Muñoz Tavárez, periti nell’incidente. Le prime ipotesi investigative avevano chiamato pesantemente in causa la mala gestione della WCA, che pochi giorni dopo quell’incidente cessò le operazioni di volo. L’ultima ricostruzione ha però puntato sull’operato dei piloti. E’ stato accertato che il velivolo era sovraccarico; quando l’aereo, partito da Panama e diretto in Martinica, abbordando le coste del Venezuela si trovò di fronte una tempesta, il comandante decise di prendere quota e passar sopra la zona di turbolenza. Ma l’aereo, già in alta quota e sovraccarico, non aveva la potenza per salire ancora: la cabrata si tradusse in una perdita di portanza, il velivolo perse l’assetto di volo e iniziò una caduta dalla quale i piloti non poterono uscire. Alle indagini e perizie tecniche sull’incidente hanno partecipato