L’orgoglio di un’amicizia


Declárase Huésped de Honor de la Ciudad Autónoma de Buenos Aires al Profesor  Alberto Filippi, académico italiano dedicado a ejercer la defensa y la aplicación universal de los derechos del hombre y los derechos fundamentales, que estará en la Ciudad de Buenos Aires a partir del día 16 de Junio de 2008.


Buenos Aires, 26 de junio de 2008.


 


Con queste parole la città di Buenos Aires ha insignito della sua più alta distinzione il prof. Alberto Filippi riconoscendo il suo encomiabile lavoro svolto in Argentina, Italia e Venezuela, nel mondo universitario, della giustizia, dei diritti umani. L’ultimo italiano che aveva avuto questo premio era stato Luciano Pavarotti nel 2000.


Filippi, nato in Italia e cresciuto in Venezuela, oggi divide la sua vita tra l’Italia e l’Argentina. Lascio al giornalista che lo intervisterà per il nostro giornale il compito di riassumere le tantissime attività culturali e politiche che fanno di Filippi uno dei “nostri” grandi, uno di quei figli dell’emigrazione del secolo scorso che ha sfornato non soltanto brillanti intelligenze ma anche persone disposte a lottare per continuare, sviluppare e ampliare il sogno di chi un giorno ha deciso di uscire dall’Italia e proiettarsi verso il mondo.


Voglio invece soffermarmi al Filippi che ho l’onore di conoscere personalmente e che considero tra i miei amici più cari, più stimati. Il Filippi che è un vulcano di energia e di idee ad ogni ora, che crede oggi come ieri negli ideali ai quali ha ispirato tutta la sua vita e che continua a lottare imperterrito per portarli avanti. Il Filippi incorruttibile che non accetterebbe mai nulla contrario alla sua coscienza. Il Filippi la cui mente lucida, il cui acume politico e umano, riesce a chiarire situazioni di difficile interpretazione. Desidero parlare del Filippi vulcanico per il quale non esistono porte chiuse o situazioni impossibili. Il Filippi che non risparmia sé stesso né gli altri quando si tratta di lavoro.


Il riconoscimento che gli ha dato la città di Buenos Aires è la sintesi della stima che Alberto Filippi si è guadagnato negli ambienti, certamente non facili, del mondo politico, intellettuale, accademico argentino. E non solo.


La stima di cui gode non è gratuita. Profondo e importante è il lavoro che ha svolto giorno dopo giorno per consolidare i rapporti culturali e politici tra l’Italia democratica e progressista e l’Argentina, anzi il Sudamerica, democratico e progressista. Costante l’impegno nella lotta per i diritti umani, in primis per i diritti umani dei detenuti e delle fasce più deboli della nostra società. Incisiva la diffusione del pensiero di Bobbio, suo maestro, in America Latina. E’ proprio di questi giorni uno dei suoi ultimi libri in cui illustra i parallelismi tra Bobbio e Mariategui, uno dei più importanti uomini politici e letterati del Perù.


La serietà del suo impegno accademico e umano rimbalza da un lato all’altro dell’oceano. In Italia è una delle voci più ascoltate per quanto riguarda analisi e relazioni con il Sudamerica. In Venezuela mantiene costanti rapporti con amici politici ed eminenti studiosi e lo stesso vale con accademici, personalità di governo e di cultura di tutti gli altri paesi latinoamericani.


Molti sono i riconoscimenti che ha ricevuto in questi anni Alberto Filippi ma, a nostro avviso, questo racchiude un significato particolare perché è frutto di una posizione costruita momento a momento con costanza, intelligenza, impegno e grande generosità.


Avrei voluto essere tra quelle centinaia di persone che hanno voluto assistere personalmente alla cerimonia durante la quale Filippi ha ricevuto l’onorificenza di “Huesped de Honor de la Ciudad Autònoma de Buenos Aires”. Avrei voluto essere lì per emozionarmi con loro quando la sua voce si è incrinata parlando dell’amore che prova per quella città e in generale per l’America Latina, quando ha parlato di emigrazione spiegando che chi emigra “suma y no resta”.


Purtroppo sono dovuta rimanere in Italia e desidero oggi, giorno in cui Alberto Filippi arriva in Venezuela dopo alcuni anni, dargli, attraverso queste colonne,  un sincero benvenuto nella terra in cui ambedue siamo nati, che ambedue amiamo e per la quale ambedue siamo disposti a lottare. Desidero unirmi alla schiera delle persone che hanno scritto per lui lettere emotive e sincere, che hanno espresso a parole l’orgoglio di un’amicizia. L’amicizia con un uomo che unisce l’esperienza e la cultura di un “maestro” con la curiosità e l’entusiasmo di un adolescente.


Un cocktail che fa di Alberto Filippi una persona unica.