Yaracuy, sequestrato un altro italiano

CARACAS – Un altro italiano rapito in Venezuela. Alla fine di agosto a San Felipe, nello Yaracuy è stato sequestrato l’imprenditore Antonio Cuccaro; la notizia era stata segnalata dal Diario di Yaracuy il 31 agosto, ma solo venerdì scorso le autorità italiane hanno dato conferma. E’ l’ottavo sequestro di persona dell’anno in quello stato, mentre la stessa San Felipe è stato teatro della privazione della libertà di un altro imprenditore italiano, l’abruzzese Armando di Battista, rilasciato il mese scorso dopo 26 giorni di prigionia. In tutto il Venezuela, dall’inizio dell’anno almeno 23 cittadini italiani o di origine italiana sono finiti nelle mani delle bande dedite al sequestro.


Cuccaro, 74 anni, nato in provincia di Avellino e da tempo residente in Venezuela, è stato rapito a Cocorotico lo scorso 30 agosto appena sceso dal suo fuoristrada in una operazione lampo realizzata da quattro persone che si spostavano a bordo di due auto. I sequestratori, che hanno portato via anche l’autista del veicolo, poi rilasciato, si sono mossi con grande abilità, al punto che la polizia ha fatto fatica a trovare testimoni oculari in grado di fornire elementi significativi per le indagini. A quanto sembra, l’imprenditore si accingeva a comperare un deposito di rottami da aggiungere alle sue proprietà, costituite anche da un deposito di sabbia per costruzione e un negozio di elettricità con l’insegna Garibaldi.


Secondo la stampa di San Felipe, martedì scorso i rapitori si sarebbero messi in contatto con la famiglia chiedendo un riscatto di un milione di bolivares forti (circa 322.000 euro). La famiglia si è chiusa in un totale ermetismo, mentre l’ambasciata d’Italia ha già attivato il suo esperto anti-sequestri, che sta cercando di prendere i contatti necessari a risolvere felicemente il caso. Delle indagini si occupano funzionari del Gruppo antiestorsione e sequestro (Gaes) e del Corpo di indagini scientifiche penali e criminali (Cicpc).