CARACAS – “Siamo tutti in pericolo”. Così aveva detto il poeta Pier Paolo Pasolini il primo novembre del 1975 poche ore prima di essere ucciso.
E con questa frase si è aperto ieri lo spettacolo “Pasolini: la storia di un intellettuale perseguitato”, tenutosi presso
Lo spettacolo è stato organizzato dall’Ucv in collaborazione con il Centro culturale ‘Tina Modotti’ e il quotidiano
‘Tina Modotti’ è un centro indipendente con sede a Caracas che ha come finalità la promozione delle opere d’arte di giovani artisti venezolani e italiani, in entrambi i paesi, riferendosi ai circuiti di arte indipendente (mail: [email protected]).
Le quattro studentesse-‘attrici’ della Facoltà di Lettere sono state invitate dal professore di cultura Antonio Bruni a partecipare allo spettacolo.
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Lo spettacolo segue un iter molto particolare ed, infatti, si definisce ‘ponenciacción’, ovvero consiste in una rappresentazione che unisce video, immagini statiche e recitazione dal vivo. La ‘ponenciacción’ prende spunto dal video-teatro degli anni ’70, e parte dal concetto che il linguaggio audiovisivo oggi parla al mondo meglio di qualsiasi altro linguaggio.
“Pasolini: la storia di un intellettuale perseguitato” è un percorso attraverso la vita dell’artista che tocca sia la sua vita personale, la politica, lui come scrittore e intellettuale.
La prima immagine del video è quella estremamente cruda della morte del poeta. Con questa foto e le frasi che sono recitate subito dopo, gli ideatori della ‘ponenciacción’ hanno cercato di mostrare gli elementi artistici, politici e culturali, che hanno fatto di Pasolini un intellettuale perseguitato fino ad arrivare a decretare la sua morte.
Lo spettacolo consiste in un affresco, non solamente, della vita del grande intellettuale, ma anche dell’Italia dell’epoca, nel periodo che va dagli anni ’50 alla metà degli anni ’70, quando Pasolini è stato brutalmente ucciso.