Quella finestra sul Friuli chiamata Fogolâr

CARACAS – “Ai friulani costretti da necessità economiche a lasciare la loro terra per trovare sorgenti di lavoro nelle due Americhe va il mio saluto fraterno. Lo recherà la goletta ‘Udine mille’ a tutti coloro, che sento miei fratelli d’adozione e che lontani dalla Patria, con la loro laboriosità, la loro rettitudine e la loro intelligenza onorano la Patria lontana” scriveva nel lontano 1983 Sandro Pertini.


A 31 anni dalla fondazione del ‘Fogolâr Furlan’, incontriamo Enzo Gadin, il presidente, e la sua bellissima signora Ninetta. Una vita insieme, un amore che, forse, restando in Italia non sarebbe mai nato considerando che le origini friulane di lui e le pugliesi di lei. Ma qui, nell’epoca dell’emigrazione post guerra, è una magia che si è ripetuta frequentemente. Si era italiani e ciò bastava.  Italiani, non “meridionali” né  “polentoni”.


“Magari  gl’italiani d’Italia dimostrassero di essere uniti come noi italiani all’estero: l’Italia sarebbe ancora più grande e bella” sottolinea il dottor Gadin.


Tante le ricorrenze che si sono celebrate ultimamente al Fogolâr, ‘casa aperta’ a tutti i friulani , ma non solo, dove si può passare una giornata ‘in famiglia’, assaporando i sapori nostrani grazie alle delizie preparate dalle Dame del Fogolar.


Lo scorso dicembre, i rappresentanti del popolo “Salt-onest e lavorador”, come ama definirlo il signor Enzo, si sono riuniti per celebrare un’altra storica ricorrenza: la traversata atlantica Udine Mille.


“La Goletta Udine 1000 realizzò di arrivare a Puerto Azul moltissimi giorni dopo aver lasciato Lignano. Una volta arrivata in Venezuela iniziarono i festeggiamenti. Molte personalità  vennero appositamente per assistere a questo memorabile evento. Durante i festeggiamenti incontrai Reghez Luciano di Udine, con il quale avevo studiato 40 anni prima – sorride il presidente, mentre lo sguardo si perde nel vuoto -. I canti si prolungarono fino a notte tarda. Quella festa deve essere rimasta indimenticabile per chi era presente. Segnò l’inizio di un periodo fecondo che ancora va avanti.”


“Ci sono ancora molti friulani che non conoscono la nostra associazione. Ed è a loro che dirigiamo la nostra attenzione, affinché possano venirci a trovare per trovare il calore della nostra gente” spiega con preoccupazione il signor Enzo.


Una delle preoccupazioni che affligge la maggior parte delle nostre associazioni è il ricambio generazionale.


“Nel nostro caso questo problema è irrisolvibile perché manca un’intera generazione. I nostri figli sono troppo occupati dal risolvere i problemi che la società contemporanea presenta loro ogni giorno. I giovanissimi invece frequentano abitualmente la nostra associazione perché lì trovano un ambiente sano, sicuro, dove poter giocare e conoscere le proprie origini, perfezionando l’italiano e scoprendo le nostre tradizioni culturali con il pranzo della domenica” ci spiega Gadin mentre la sua signora sorridendo, annuisce.


“La crisi economica che sta affliggendo l’Italia fortunatamente non ci tocca. Al contrario di molte associazioni, con molti più soci, la nostra non riceve alcun finanziamento dallo Stato. Di conseguenza le nostre attività non subiranno nessun taglio, anzi, speriamo di incrementarle con momenti culturali e di svago”.


Enzo e Ninetta vivono da oltre 50 anni in Venezuela, ma il loro cuore resta sempre italiano. Hanno avuto due splendide figlie,  Claudia e Sandra, oggi affermate professioniste, che parlano un perfetto italiano senza aver mai frequentato le scuole italiane.


“Il mio nipotino di undici anni – racconta la signora Ninetta – parla benissimo l’italiano. Anzi, a volte  pretende  addirittura di correggermi”.


E’ mezzogiorno ed i nostri ospiti devono accompagnare la figlia che va in Italia per lavoro. Ci  congediamo da questa affascinante famiglia con la promessa di incontrarci presto nel loro “Fogolâr Furlan”.