Uniti nella solidarietà

Non si placa. La terra, in Abruzzo, continua a tremare. E le popolazioni dell’aquilano, nonostante i disagi, la pioggia ed il freddo, continuano a vivere nelle tendopoli, in macchina o nei “campers”. Hanno paura; il terrore di tornare a casa. Il timore che la terra possa tremare di nuovo con la stessa violenza del mattino del sette aprile. Come fargliene un torto? E così le case, anche quelle considerate agibili, restano vuote. Attendono il ritorno dei proprietari. Ma questo avverrà solamente quando lo “sciame sismico” darà segnali di indebolimento fino a placarsi definitivamente.


Le testimonianze raccolte tra chi è nelle tendopoli descrivono la vita di una città che vuole tornare alla normalità, che lotta per superare l’emergenza. Così, riaprono gli uffici pubblici, qua e là qualche negozio, e alcuni alunni riprendono le lezioni scolastiche.


E intanto tra il dolore sboccia la solidarietà, quella vera, quella con la S maiuscola. Nasce spontanea dal bisogno di ritrovarsi assieme, di restare uniti. E così ogni tendopoli si trasforma in un’unica famiglia. Nella tragedia comune si dimenticano le differenze e le incomprensioni. E’ una lezione di vita.


Se in Abruzzo, nel cuore delle tendopoli, ci si è ritrovati tutti uniti; se in ogni regione, in ogni piccola città, gli italiani stanno dando prova di grande umanità e si stringono solidali attorno a chi, in soli venti secondi, è drammaticamente cambiata la vita; anche all’estero le nostre comunità stanno dando prova di grande, ammirevole, solidarietà. Dimenticati contrasti e dissapori, abbandonate le velleità di protagonismo, in ogni angolo del mondo i connazionali, partecipi del dolore dei concittadini abruzzesi, sono riusciti a trovare un’armonia per raggiungere un obiettivo comune: raccogliere fondi per contribuire alla ricostruzione delle zone terremotate.


Anche in Venezuela, la nostra Comunità ha riscoperto l’importanza della solidarietà. Di fronte alla tragedia, a quei volti nella cui disperazione c’è tanta dignità, a quegli sguardi che trasmettono il desiderio di riprendere il corso normale di vite spezzate la Collettività, così come ha fatto altre volte in passato, vuole dare una risposta generosa alla richiesta di aiuto. Tocca ora agli esponenti che guidano e rappresentano le istituzioni di questa Comunità essere all’altezza della responsabilità che è stata loro affidata, fare tesoro di questo prezioso esempio, abbandonare meschini interessi di parte, evitare ogni velleità di protagonismo e non permettere che queste energie vengano disperse. Questo è stato ieri, e continua ad esserlo oggi, il nostro messaggio.