Sequestrano imprenditore italiano

 


MARACAIBO – Un imprenditore italo-venezuelano è stato sequestrato martedì nello Stato di Zulia, dove durante i primi mesi del 2009 si sono registrati 24 sequestri. Secondo conteggi extra-ufficiali, si tratta dell’ottavo caso di sequestro di venezuelani di origine italiana avvenuto quest’anno, mentre nel 2010 sono stati più di 30.


José Carbone Gomez, di 54 anni, la cui familia è originaria della provincia di Benevento, è stato prelevato nella sede della zua azienda, la Comec, nella città di Cabimas, nei pressi di Maracaibo, da due uomini armati.


I sequestratori sono arrivati nell’impresa di Carbone facendosi passare per due operai che si recavano per fare una richiesta di lavoro. Hanno chiesto esplicitamente di parlare con Carbone e il guardiano all’ingresso dell’impresa gli ha lasciati passare visto che “erano di buon aspetto e sembravano inoffensivi”.


L’impresa Comec C.A., fondata da José nel 1988, si trova ubicata al sud di Cabimas sulla strada L e si dedica al settore della costruzione e dell’elettricità.


I due uomini sono arrivati presto la mattina, alle 7:30, quando il portone era aperto. Hanno preso l’imprenditore con la forza e lo hanno portato via nel suo camioncino Chevrolet Cheyenne, con targa 66ZABJ, del 2007. Il veicolo è stato poi ritrovato verso mezzogiorno nella campagna nei pressi della città di Cabimas, nel settore La Botijuela.


“Sebbene il camioncino è stato ritrovato – ha dichiarato il commissario Jaimes Chacón, capo della polizia Cicpc-Zulia –, (fino a ieri, n.d.r.) i rapitori non hanno chiesto il riscatto. Stiamo facendo l’ispezione del veicolo e prendendo le testimonianze di familiari e amici”.


La moglie si è chiusa nel silenzio e il figlio ha avvertito la polizia che José Carbone si trova in uno stato fragile di salute: “E’ un uomo molto nervoso, soffre di tensione e porta con sé un holter per registrare il ritmo cardiaco”.


A seguito del rapimento è stata designata una Commissione specifica per indagare il caso con a capo Jesús Teresen.


“E’ una grande responsabilità per noi risolvere il caso – ha affermato Teresen – e speriamo realizzare un lavoro di qualità”. Nell’indagine è coadiuvato dal sottocommissario Amilcar Narvaez e dall’ispettore Elvis Villalobos.