Arriva nel Senato italiano il problema degli espropri in Venezuela


ROMA – Il tema degli espropri ai danni di ditte italo-venezolane preoccupa il mondo politico italiano. Al Senato è stata presentata ieri mattina un’interpellanza urgente a prima firma Claudio Micheloni, senatore per gli italiani all’estero della circoscrizione Europa.


– Avevo già avuto alcune informazioni su questa problematica e mi ripromettevo di approfondirle ulteriormente. Poi ho letto l’editoriale del direttore della Voce d’Italia di Caracas, Mauro Bafile, e ho capito che bisognava agire immediatamente.


Il sen. Micheloni, vicepresidente del Comitato per le questioni degli italiani all’estero del Senato puntualizza “la sicurezza dei beni e delle persone va assolutamente garantita. Quando gli interessi dei nostri connazionali sono in pericolo è giusto che l’Italia politica faccia sentire la sua solidarietà e che si attivi attraverso i meccanismi permessi dalla diplomazia internazionale, sempre nel rispetto della sovranità nazionale di ogni paese. Pur non essendo stato eletto nella circoscrizione dell’America Meridionale sento mio dovere occuparmi di questo caso come senatore italiano. Stessa risposta, d’altra parte, è stata data da altri senatori del PD che hanno firmato questa interpellanza, a cominciare dalla nostra capogruppo Anna Finocchiaro.”


L’interpellanza al Senato è stata firmata anche dai senatori Randazzo, Morri, Zanda, Bertuzzi, Pegorer, Cabras.


Anche alla Camera dei Deputati l’on Marco Zacchera, presidente del Comitato sugli italiani all’estero della Camera, ha presentato un’interpellanza sullo stesso tema.


Ecco di seguito l’interpellanza urgente a prima firma Claudio Micheloni.


Al Ministero degli Esteri:


Premesso che: in data 7 maggio del 2009 è stata pubblicata in Gazzetta ufficiale, in Venezuela, la “Legge Organica che lascia allo Stato i beni e servizi connessi alle attività primarie degli Idrocarburi” a seguito della quale sono state immediatamente espropriate 76 imprese private che fornivano questo tipo di servizi


Che molte di queste imprese erano di proprietà di italo-venezuelani stabilmente residenti nel paese


Che i nostri connazionali hanno dedicato una vita a queste attività dando in ogni momento dimostrazione concreta di serietà e lealtà al Venezuela paese in cui sono emigrati nel secondo dopoguerra


Si chiede di sapere


quali urgenti iniziative intenda adottare al fine di garantire a questi connazionali un rapido risarcimento dei beni sequestrati che tenga conto non soltanto del valore attuale degli stessi, con il deprezzamento che è conseguenza della crisi mondiale dell’economica, ma anche dei sacrifici di chi, tanti anni fa, ha creduto nel Venezuela e ha affrontato con coraggio molti sacrifici per fondare le aziende in questione;


se non ritenga opportuno un intervento politico per difendere il lavoro degli italiani che sono emigrati in Venezuela dopo la seconda Guerra Mondiale e ivi hanno fondato le loro imprese, superando crisi e momenti difficili anche a costo di grandi sacrifici, che hanno reinvestito i loro capitali in Venezuela e che da un giorno all’altro hanno perso tutto


se non ritenga opportuno chiedere al Governo venezuelano che venga rispettata la proprietà privata degli altri italo-venezuelani che in quel paese si sono dedicati essenzialmente ad attività in proprio creando una fitta rete di piccole e medie imprese.