Turismo solidale, un gesto commovente ed opportuno

CARACAS – “Può sembrare una provocazione ma, attorno al nostro centro storico oggi purtroppo devastato, vi sono ancora tante cose belle da vedere. Abbiamo ancora la possibilità di accogliere chi viene. Un turismo solidale, in questo momento, sarebbe un gesto commovente, opportuno. Ci aiuterebbe a ricostruire. E’ un messaggio che contribuirebbe a far capire che, nonostante la tragedia, noi ce la stiamo mettendo tutta per ripartire”. Una sfida, più che una provocazione, quella lanciata dalla Presidente della Provincia dell’Aquila, Stefania Pezzopane. Una sfida che le nostre associazioni – quelle degli Abruzzesi e quelle degli Abruzzesi e Molisani in Venezuela -, archiviando una volta per tutte malintesi e incomprensioni, potrebbero raccogliere per lanciare un segnale preciso all’Aquila, ai corregionali e, soprattutto, al mondo: le nostre Collettività abruzzesi all’estero rivogliono la loro città.


La provocazione, la sfida della Presidente Pezzopane è stata lanciata durante una video-conferenza organizzata dal network on-line “Abruzzo24ore.tv”, da “La Voce d’Italia” e dalla nascente Associazione Nazionale dei Giornalisti Italo-Venezolani (Anpiv). Dall’altra parte dell’oceano, ospiti della caserma della Guardia di Finanza di Coppito, al microfono erano la Presidente della Provincia, Stefania Pezzopane; il Sindaco dell’Aquila, Massimo Cialente; ed il nostro editore e presidente della Fondazione Abruzzo Solidale, Amedeo Di Lodovico. Assente all’appuntamento con i corregionali del Venezuela il Presidente della Regione, Gianni Chiodi, chiamato altrove da  impegni urgenti. Presenti nella nostra Redazione: Salvatore Lo Monaco, Segretario di Finanza dell’Ordine dei Giornalisti del Venezuela (Cnp) e vice-presidente dell’Associazione Nazionale dei Giornalisti Italo-venezolani; Michele Buscemi, presidente del Comites della Circoscrizione di Caracas; Franco Lualdi, presidente della Casa d’Italia di Caracas, decana delle nostre istituzioni, essendo stata creata nel lontano 1936, durante l’emigrazione a cavallo tra le due guerre; Mario Chiavaroli, Presidente del Centro Italiano Venezolano di Caracas; Francesco Michelangelo, Presidente di Cavenit-Aragua e presidente onorario della Federazione delle Associazioni abruzzesi del Venezuela; Tina Di Battista, presidente dell’Associazione abruzzesi e molisani di Caracas e, per l’occasione, rappresentante della Federazione delle associazioni abruzzesi e molisani del Venezuela; Gabriella Marcacci, presidente dell’Associazione degli abruzzesi di Caracas e Giovanni Margiotta, presidente della Federazione delle associazioni abruzzesi del Venezuela.


La presidente della Provincia, Stefania Pezzopane, ha esordito ricordando il fondatore della “Voce”, Gaetano Bafile, abruzzese “doc”, che emigrò dalla terra di D’annunzio circa 60 anni fa, e che ebbe occasione di conoscere e “l’onore di premiare all’indomani dell’ l’insediamento a Presidente della Provincia”. Poi, ha ringraziato il Direttore di Abruzzo24ore.tv, Gianfranco di Giacomantonio; il Direttore del nostro Giornale, Mauro Bafile ed il vicepresidente dell’Associazione dei Giornalisti Italo-Venezolani, Salvatore Lo Monaco, per l’iniziativa che ha permesso il collegamento Abruzzo-Venezuela, commentando che “oggi L’Aquila attraversa un momento molto difficile”.


– Ancora non usciamo dall’emergenza iniziata alle 3,32 di quella tragica notte del 6 aprile – afferma -. Al momento, la popolazione è divisa in 170 tendopoli. Dei 70 mila sfollati, 30 mila sono ospiti degli hotel della costa adriatica. Da queste cifre, chi ricorda L’Aquila, può capire come sia cambiata la vita di ognuno di noi ma anche quella sociale dell’intero capoluogo.


Sottolinea ancora che quello che ha colpito L’Aquila è “la tragedia più grave accaduta negli ultimi 30 anni”.


– Non ha precedenti nella storia, per il coinvolgimento della popolazione e per il livello di distruzione – sottolinea -. Dopo il grave sisma di Messina, è il primo che interessa una grande città.


Con il volto provato dalla stanchezza e la voce rotta dall’emozione ci dice che “ancora oggi nessuno può entrare nel centro storico”.


– Per la sua pericolosità – spiega – è stato considerato “zona no-limits”.


Dal canto suo, il Sindaco Massimo Cialente, che per essere presente alla video-conferenza interrompeva un’importante riunione di lavoro, dopo aver ringraziato per l’iniziativa spiega che : “la tragedia che ha colpito L’Aquila è immane”. Chiarisce inoltre  che quella distrutta “è un’intera città capoluogo di provincia”. E prosegue:


– L’Aquila è una delle quattro maggiori città universitarie d’Italia. Non solo, è anche tra le prime 20 città d’artedella nostra Nazione. Insomma, un patrimonio dell’intero Paese. La ricostruzione sarà un impegno pesantissimo e costoso.


Sottolinea, preoccupato che il rischio maggiore consiste nella possibilitá che la popolazione possa decidere di ricostruire altrove la propria vita.


– E’ un rischio drammatico – precisa -. Se non ripartiamo subito, la città ed il suo intorno, potrebbero soffrire un calo nel numero residenziale dei cittadini. Molti potrebbero non tornare.


Prosegue, poi, spiegando che quelli che si vivono oggi “sono momenti decisivi per la sopravvivenza della città”.


– Abbiamo bisogno di sostegno materiale – ammette -. E’ ovvio. Ma ancor più sono indispensabili le manifestazioni di solidarietà, di semplice solidarietà ed amicizia. Quanto ci ha colpiti è di proporzioni tali che se non avessimo queste manifestazioni di fratellanza ci sentiremo schiacciati. Stiamo ancora cercando di capire cosa fare.


A testimonianza della tragedia dell’aquilano, le parole commosse del nostro editore, Amedeo di Lodovico:


– Ho avuto modo di visitare le zone colpite dal terremoto – afferma Di Lodovico che è anche il presidente della Fondazione Abruzzo Solidale, una delle istituzioni che lo stesso giorno della tragedia, quel drammatico 6 aprile, si è fatta promotrice di una sottoscrizione a favore dei terremotati d’Abruzzo -. Non ci sono parole per descrivere ció che ho visto. Mai come oggi mi sono sentito tanto orgoglioso d’essere abruzzese perché tra la nostra gente non ho notato rassegnazione ma solo tanta dignità, tanto coraggio e tanta voglia di tornare a vivere.


 


Tante necessità


 


CARACAS – Priorità.  Oggi, per la città dell’Aquila e per il suo territorio, le necessità sono tante, tantissime. Alcune, immediate. La nostra Collettività, tutta e non solo quella abruzzese, fin dal momento in cui si  é sparsa la notizia della tragedia si è organizzata per contribuire alla ricostruzione del capoluogo abruzzese. C’è da definire, però, a cosa destinare ora i fondi raccolti. Il Direttore di “Abruzzo24ore.tv”, il collega Gianfranco di Giacomantonio, lo ha chiesto al Sindaco Cialente.


– Abbiamo bisogno di sostegno materiale – afferma il primo cittadino dell’Aquila -. E’ ovvio. Ma è altrettanto necessaria la manifestazione di solidarietà, di amicizia. Questa, per noi tutti, significa tantissimo. Stiamo pensando di lanciare una serie di sottoscrizioni. Dovete sapere che alcune spese non saranno sostenute né dallo Stato né da singoli benefattori. E sono spese enormi. Ad esempio, quelle da affrontare per la ricostruzione della grande scuola dell’Aquila “Edmondo De Amicis”; del Comune, della Biblioteca nazionale. Tutte queste opere richiedono un ingenti investimenti economici non indifferenti. Vi ringrazio di cuore per il vostro impegno, il vostro interesse, la vostra solidarietà e manifestazioni di amicizia.


 


 


L’Aquila come prima


e dov’era prima


 


CARACAS – Non è solo il centro storico, ma anche il cuore dell’attività commerciale e culturale dell’Aquila. E’ andato tutto distrutto, o quasi. Ed allora, di fronte l’impossibilità di poter tornare in città per aprire i bar, i negozi, gli uffici, i laboratori artigianali tanti cittadini aquilani si stanno trasferendo in periferia. Altri, addirittura, non escludono il trasferimento  presso altre città. E’ per questo che chiediamo al Sindaco Massimo Cialente:


– Cosa si sta facendo per evitare che l’Aquila si trasformi in una città fantasma? Il capoluogo d’Abruzzo, tornerà ad essere come prima indiscussa anima di una intensa attività universitaria,  culturale e commerciale?


– E’ la nostra principale preoccupazione – assicura il Sindaco -. Immediatamente dopo il sisma, una volta coscienti delle dimensioni della tragedia, è iniziato a circolare tra gli aquilani uno slogan che interpreta totalmente il nostro pensiero: “L’Aquila com’era e dov’era”. Il centro storico è l’essenza della città territorio.


Commenta che, prima del terremoto, si discuteva sulla mobilità: “ogni mattina solo dalla zona Ovest della cittá, entravano circa novemila vetture”.


– Ma – prosegue – ne uscivano ottomila. Quello dell’Aquila, quindi, è sì un centro storico, un centro commerciale ma anche, e questo va sottolineato, un centro abitato. E’ il vero cuore della città territorio. E va ricostruito. Il centro storico è una sfida dell’Italia e dell’Europa.


Consapevole che molti corregionali in Venezuela, come il nostro Direttore de “La Voce d’Italia” Mauro Bafile, hanno studiato presso la scuola “Edmondo De Amicis”, hanno trascorso ore nella Biblioteca nazionale, ha tenuto a precisare che la città tornerà ad avere la sua scuola, la sua biblioteca, la sua università.- Quindi, tutto com’era prima e dov’era prima?


– Certamente – afferma categorico – è una promessa… un giuramento.