Rossi e De Rossi illuminano l’Italia

PRETORIA (SUDAFRICA) – Sarà pure l’Italia dei vecchietti, come la chiama Marcello Lippi: ma a salvarla da una brutta figura colossale nella gara di esordio della Confederations Cup è il più giovane degli azzurri in campo. Si chiama Giuseppe Rossi, ed è un predestinato alla serata particolare contrassegnata da un doppio Italia-Usa: a Washington l’incontro Obama-Berlusconi sui temi del mondo, a Pretoria la sfida tra le nazionali di calcio in preparazione al mondiale. Rossi infatti è italoamericano: ed in una gara chiusa solo apparentemente con facilità (nonostante abbiano giocato un’ora in 10 contro 11 gli americani hanno a lungo condotto la danza) sul 3-1 dagli azzurri, è stato lui a determinare la svolta.


Si stava mettendo malissimo, infatti, per l’Italia campione del mondo: dopo più di un tempo di sconfortante tran tran, con gli americani in inferiorità numerica per l’espulsione al 33′ del pt di Clark ed in superiorità di punteggio grazie al gol realizzato al 40′ su rigore da Donovan, il fantasista del Villareal, appena subentrato a Camoranesi, ha riequilibrato il risultato con un eurogol. E sempre lui, dopo che De Rossi con un tiro da lontano aveva portato in vantaggio gli azzurri, è andato a chiudere la partita con un’altra giocata spettacolare.


Dopo la movida calcistica degli spagnoli ed il carnevale di emozioni dei brasiliani, insomma, il Sudafrica scopre l’eterno pragmatismo italiano: se basterà a superare le avversarie dai tanti bagliori alla Confederations non è dato sapere. Ma Lippi é certo che consentirà agli azzurri di arrivare fino in fondo al momento buono, tra un anno al mondiale. Sin dalla rifinitura mattutina si era capito che il ct avrebbe scelto come terminale offensivo Gilardino e non Toni, ma per il resto la formazione d’avvio era quella giudicata più probabile, con un 4-3-2-1 nel quale, assente l’indisponibile Cannavaro, i campioni del mondo erano 9 su 11.


Gli americani di Bob Bradley rispondevano con un 4-4-2 scolastico ma efficace nella copertura degli spazi. Così dopo una lunga fase di studio, la prima emozione arrivava solo al 20′ quando Legrottaglie si inseriva in avanti per andare a sfruttare un punizione calciata dalla destra da Pirlo, colpiva di testa avvitandosi ma indirizzava la palla fuori di poco. Con il centrocampo azzurro in difficoltà, erano gli statunitensi a rendersi pericolosi con più assiduità: al 26′ Michael Bradley dava un dispiacere al papà sprecando da distanza ravvicinata, 4 minuti dopo Altidore lo imitava su tocco smarcante di Donovan. Erano campanelli d’allarme chiari, ma gli azzurri si adagiavano su un episodio che sembrava indirizzare la gara: al 33′ Clark commetteva un fallaccio su Gattuso proprio sotto gli occhi dell’arbitro che lo espelleva.


Gli americani si innervosivano per un paio di minuti, giusto il tempo per Bernstein di infilare su lancio in profondità di De Rossi la propria porta nella più classica delle autoreti: autogol annullato da Pozo perché Camoranesi era in posizione di millimetrico fuorigioco. Ripartivano nel loro gioco fisico, allora, gli uomini di Bradley: ed al 40′ Chiellini era ingenuo nel mettere a terra in area Altidore dopo prevedibile battuta di dribbling: rigore ineccepibile (e forse ci stava anche il cartellino rosso per il difensore italiano) che veniva realizzato da Donovan.


Nella ripresa, sebbene in 10, gli Usa continuavano ad occupare bene gli spazi: Donovan era arretrato sulla linea del centrocampo a dare aiuto in copertura, ma Altidore faceva reparto d’attacco da solo mandando in tilt ora Legrottaglie ora Chiellini. Soprattutto l’Italia faticava a fare gioco. Un brivido per Howard arrivava al 10′ su colpo di testa ravvicinato di Iaquinta susseguente ad angolo, ma la palla finiva fuori.


Lippi allora ci provava con un doppio cambio: fuori Gattuso e Camoranesi, dentro Montolivo e Rossi. E veniva premiato, perché il giovane italoamericano soffiava subito poco oltre la metà campo la palla a Feilhalber, faceva qualche passo e lasciava partire un gran sinistro che finiva in rete sotto l’incrocio dei pali. Qualche minuto più tardi il giovane del Villareal con lo stesso piede non trovava la porta, ma il senso della gara era cambiato perché gli azzurri ritrovavano un po’ d’entusiasmo e gli avversari calavano vistosamente. Entrava Toni per Gilardino, ma a risolvere la gara era un tiro non irresistibile di de Rossi che bucava difesa e portiere avversari al 27′. Poi qualche brivido senza conseguenze per Buffon, e qualche sospiro di rimpianto per Toni che ormai in azzurro non segna più: ma la chiusura era per il predestinato Rossi che replicava: cross di Pirlo dalla sinistra, e tiro al volo sotto il ‘sette’.