Decreto Abruzzo blindato verso l’Ok della Camera

ROMA – Sul decreto per la ricostruzione dell’Abruzzo dopo il terremoto il governo tiene duro. Alla Camera risponde picche alla richiesta di modificare il testo approvato dal Senato, e si avvia ad incassare oggi il via libera definitivo: probabilmente proprio mentre il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi sarà in Abruzzo per la 14/a visita dal sisma, quattro mesi fa. Un sopralluogo sui siti dove verranno messe in opera le piattaforme antisismiche su cui sorgeranno le casette per i senzatetto.


Quelle casette che ieri gli amministratori abruzzesi hanno duramente contestato in piazza Montecitorio perché “saranno senza le città”.


– Il governo ci ha traditi e umiliati – ha detto senza mezzi termini il sindaco dell’Aquila Massimo Cialente. Mentre davanti alla Camera si teneva il sit-in di un migliaio di terremotati d’Abruzzo accompagnati dai loro amministratori locali (una delegazione è stata ricevuta nel pomeriggio dal presidente Gianfranco Fini), in Aula non c’é stato il ricorso alla fiducia. Anche perché l’opposizione ha ritirato una buona parte dei suoi emendamenti al provvedimento.


Alla fine, in Aula sono rimaste da votare 126 richieste di modifica del testo (su tutte il governo ha espresso parere contrario) rispetto alle iniziali quasi 500; buona parte degli emendamenti non ritirati hanno avuto parere contrario anche dalla commissione Bilancio, per problemi di copertura finanziaria.


Una chiusura, quella del governo, duramente contestata dall’ opposizione, che in più occasioni ha chiesto una marcia indietro accettando delle modifiche: per garantire il finanziamento dello Stato per le seconde case danneggiate in Abruzzo e mettere un punto chiaro sulla ‘governance’ della ricostruzione, in modo da coinvolgere pienamente gli enti locali. Al punto che l’Idv ha detto che, in mancanza di cambiamenti, voterà no al testo, mentre in Senato il centrosinistra si era astenuto sul voto finale. Anche l’Udc, che aveva offerto la disponibilità a ritirare i suoi emendamenti in presenza di garanzie del governo, annuncia battaglia.


Ma il governo tira dritto.


– Il governo intende chiudere le lettura del decreto, approvando il testo uscito dal Senato con tutte le migliorie apportate – dice il sottosegretario all’ Ambiente Roberto Menia, ricordando che una nota di Palazzo Chigi ha dato garanzie sulla ricostruzione a spese dello Stato degli edifici dei centri storici dei non residenti e sul sostegno ai Comune per la sospensione del pagamento dei contributi dovuta al sisma.


La reazione dei terremotati giunti a Roma per protestare mostra però che le opinioni sono diverse. Nel tardo pomeriggio di ieri, il corteo dei comitati ha lambito via del Plebiscito urlando “vergogna” all’indirizzo di Palazzo Grazioli, residenza di Silvio Berlusconi. E annunciando che oggi darà una analoga accoglienza al presidente del Consiglio all’Aquila.