I Vescovi dicono sí alla sanatoria per le badanti

CITTA’ DEL VATICANO – “Sì” a una sanatoria per colf e badanti “perché c’é da sanare una situazione che va avanti da tanto tempo”. E’ quanto afferma all’Ansa, mons. Domenico Sigalini, segretario della Commissione episcopale per le Migrazioni della Conferenza episcopale italiana.


– Bisognerà – aggiunge – operare tante sanatorie, con cautela, riconoscendo a queste persone dignità e apprezzamento per il loro lavoro poiché sono struttura portante dell’assistenza alle persone.


Secondo mons. Sigalini colf e badanti irregolari “anche se non hanno diritti ufficiali, con il lavoro che svolgono hanno acquisito in qualche modo un diritto di fatto e quindi possono essere tranquillamente riconosciute dallo stato”


Il sottosegretario alla familia, Carlo Giovanardi, all’indomani dell’approvazione del pacchetto sicurezza, aveva chiesto un provvedimento urgente per regolarizzare colf e badanti, non meno di 500mila persone, che ora possono trovarsi ‘fuori-legge’. Il mondo cattolico e le organizzazioni ecclesiali hanno espresso il proprio consenso sul provvedimento il quale, ha sottolineato tra l’altro Caritas, eviterebbe anche il collasso degli uffici giudiziari


L’ipotesi di una sanatoria ha creato scompiglio nella maggioranza e, soprattutto, mandando la Lega su tutte le furie.


– Chi l’ha detto che ci sono 500mila badanti e colf irregolari in Italia? – commenta il ministro della Semplificazione normativa Roberto Calderoli a Castellanza nel varesotto per una festa della Lega Nord -. La maggior parte – aggiunge con disprezzo – sono badanti del sesso e della droga.


Insomma, ribadisce la sua contrarietà ad un provvedimento di sanatoria per gli immigrati clandestini che viene chiesto da più parti.


– Dal 2002 di sanatorie e di possibilità di regolarizzazioni ce ne sono state diverse – aggiunge Calderoli -. Io penso che se ci sono ancora delle situazioni in nero è perchè qualcuno così ha preferito: in qualche caso può aver fatto comodo ai datori di lavoro, ma altri casi non riguardano di sicuro i lavori di colf e badanti.


Calderoli quindi sostiene che chi si trova in Italia ed è in nero deve andarsene.


– Come dire che uno finora ha guidato senza patente – spiega – ma quando lo scoprono non può più guidare.