59 anni

59 anni. Non sono pochi. Rappresentano uno squarcio di storia contemporanea vissuta accanto alla nostra Collettivitá, raccontandola. Non sono un traguardo ma un nuovo punto di partenza. E’ sempre così, ad ogni anniversario. Ma questo, per noi della Voce, ha un significato particolare e doloroso. Rappresenta, forse, uno spartiacque tra ieri e domani. In effetti, è il primo anniversario che celebriamo senza il fondatore del Giornale, Gaetano Bafile. Ci accompagnano i suoi ideali ed i suoi sogni; ideali e sogni che continueranno a vivere attraverso queste pagine.


L’occasione è buona per sottolineare i valori fondamentali che hanno accompagnato questi 59 anni di vita della “Voce” e che anche in futuro saranno la nostra “bussola”.


La Voce d’Italia ha sempre camminato convinta e coerente lungo il sentiero dell’antifascismo onesto. E continuerà a farlo. Giornale aperto al dialogo ed al confronto, è crocevia delle idee e delle passioni. Palestra di tolleranza e luogo di dibattito nel rispetto delle opinioni e della fede altrui. E’ stato ieri, e continuerà ad esserlo in futuro, simbolo della laicità degli italo-venezolani, laicità intesa come profondo rispetto verso la fede religiosa di ciascuno.


Il nostro Giornale si richiama ai valori della libertà, della solidarietà e del rispetto di tutti; ideali difesi ieri, anche a costo della vita, sulle montagne italiane e nelle lugubri carceri venezolane. Insomma, quei valori su cui si fondano le Costituzioni dell’Italia e del Venezuela.


Se la nostra “Voce” entra quotidianamente nelle case dei connazionali è perché per 59 anni è stato lo specchio dell’identità dei suoi lettori di cui ha interpretato speranze e sogni; è perché ha scritto, commentato e criticato senza pregiudizi; perché ha sempre difeso la propria indipendenza e perché ha sempre mantenuto una linea editoriale chiara e coerente. E continuerà ad essere così.


La “Voce”, oggi come ieri, accompagna i nostri pioneri ma anche la nuova classe dirigente; il ceto medio produttivo che insegna, studia, produce e crea posti di lavoro; i professionisti che si sono formati nelle migliori università del mondo. Insomma, tutti coloro che ogni mattino si rimboccano le maniche orgogliosi della storia che in silenzio contribuiscono a scrivere. Lo scopo del nostro giornale è, non soltanto, quello di mantenere informata la nostra Collettività ma anche, e soprattutto, di rappresentarla. Questa è la missione che, fin dal primo giorno e con visione lungimirante, da professionista esperto quale era nell’area della comunicazione, si pose nostro padre Gaetano. Volle dare una “Voce” agli emigrati che in quegli anni si riversavano a migliaia nel porto di La Guaira, perché ha sempre saputo che una Collettività senza un giornale è una Comunità muta, destinata a scomparire perché priva di una voce che gli ricordi la propria identità.


Il nostro Giornale proseguirà il suo cammino accanto alla Comunità, e continuerà a raccontarla. Ne  difenderà gli interessi. Sarà sempre una tribuna aperta a tutte le correnti di pensiero, al dibattito onesto; luogo di incontro di due culture che si arricchiscono l’un  l’altra. Le sue polemiche saranno sempre guidate da un senso di onestà e serenità, soprattutto per evitare soprusi del potere verso i più deboli.


Ecco, la nostra, la vostra “Voce”, continuerà ad essere il Giornale che ognuno dei lettori conosce: uno strumento moderno che si adegua alla realtà in continua evoluzione; che si pone nuove mete e nuove sfide; che cresce con la Collettività; che guarda al passato per ricordare la propria storia ed al futuro con ottimismo.


 


*** In questo numero anniversario abbiamo dato la parola ai nostri deputati e senatori, agli eletti all’estero. Con loro abbiamo affrontato argomenti di scottante attualità: dai tagli alle risorse destinate alle nostre Comunità alla cittadinanza; dalla rappresentatività dei Comites e Cgie alle pensioni e l’assegno sociale. E’ un materiale, quello che proponiamo ai lettori, per la riflessione ed il dibattito.


Mauro Bafile