Il governo rifuta l’accordo proposto da un cartello della droga


CITTÀ DEL MESSICO – Il governo messicano ha negato qualsiasi proposta di accordo con i cartelli della droga, dopo che un uomo, che si è presentato come un leader dei narcotrafficanti, ha proposto una tregua chiamando nel corso di un programma televisivo.


“Il governo federale non dialogherà mai, non stipulerà alcun accordo, né negozierà con il crimine organizzato. Non cederemo al ricatto”.


E’ stato questo il commento del ministro degli Interni, Fernando Gomez Mont, dopo la telefonata di un uomo che asseriva di essere Servando “La Tuta” Gomez, capo del clan La Familia, ad un’emittente televisiva locale dello stato di Michoacan. “Ciò che cerchiamo è pace e tranquillità – ha detto l’uomo al telefono – vogliamo raggiungere un patto nazionale”.


Solo nello stato di di Michoacan, l’altro ieri è stato assassinato un ex sindaco e i corpi di dodici agenti federali sono stati ritrovati con evidenti segni di tortura, abbandonati ai lati di una strada. La settimana scorsa quattordici corpi carbonizzati sono stati scoperti in una fossa comune, mentre una testa decapitata era stata buttata al centro di un paese. Gli inquirenti ritengono che i responsabili di tutte queste uccisioni siano gli uomini del cartello ‘La Familia’, come forma di vendetta per l’arresto di Arnoldo Rueda Medina, uno dei suoi capi del sodalizio, arrestato lo scorso week end. A proposito di quest’ultima ondata di violenza , l’uomo al telefono ha sostenuto che si è trattato solo di una risposta alle forze di polizia che “fabbricano prove” per “arrestare persone innocenti”. “Vogliamo che il presidente Felipe Calderon sappia che non siamo suoi nemici, che lo stimiamo e che siamo persone coscienziose” ha quindi concluso.


Gli inquirenti non hanno fatto alcun commento sulla genuinità della telefonata.