Pirateria, Frattini: “I dieci italiani sono stati liberati senza riscatto”


ROMA – Nessun riscatto, ma piuttosto un sapiente lavoro di intelligence e “la forte pressione” sui pirati “che li ha indotti a “ritirarsi”. Il ministro degli esteri Franco Frattini smentisce categoricamente le voci che giungono dalla Somalia sulla liberazione dei marinai rimasti prigionieri per quattro mesi nel golfo di Aden. E assicura che a far tornare a casa i dieci italiani è stata “una forte azione politico-diplomatica”, “un gioco di squadra eccezionale”.


Un lavoro lodato, del resto, anche dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che ha ringraziato “l’Unità di crisi, le strutture della Farnesina, le autorità somale e quanti si sono prodigati per la positiva conclusione della vicenda”. E dal presidente del Senato, Renato Schifani, che ha espresso “soddisfazione”. A parlare di riscatto è stato uno dei pirati, raggiunto al telefono dalla Reuters: “abbiamo preso quattro milioni di dollari di riscatto – ha detto – e liberato il rimorchiatore italiano”.


Parole confermate dal coordinatore dell’East Africans Seafarers’ Assistance Programme, Andrew Mwangura, che ha però parlato di cinque milioni di dollari. “Contavano i soldi ieri sera”, ha detto.


Una tesi che fa “sorridere” il Ministro: “non sappiamo chi sia questo sedicente pirata – ha commentato – e non lo vogliamo conoscere, ma di certo se si ripetessero casi come quello italiano, cioé di liberazione degli ostaggi senza riscatto, per il business della pirateria sarebbe la fine”. E’ abbastanza “comprensibile”, dunque, per Frattini, che si tenti di diffondere queste voci. Voci smentite “nella maniera più categorica” anche dall’armatore del Buccaneer, Silvio Bartolotti.


Del lavoro politico diplomatico si è occupata la Farnesina. Ricordando alla Somalia il grande ruolo che l’Italia ha svolto e, soprattutto, gli impegni presi per il futuro. Un intervento, ha ricordato il ministro, fatto di “aiuti umanitari, formazione per la polizia somala, corsi di addestramento per la guardia costiera”. Tutto ciò, per Frattini, ha “evidentemente incoraggiato il primo ministro somalo ad un gesto particolarmente importante: impegnarsi personalmente per la liberazione”. Ma non solo: una “pressione sui pirati” c’è stata anche “da parte delle autorità del Puntland. Una forte azione “politico diplomatica”, dunque, che ha “convinto i pirati a ritirarsi”, un grande “lavoro di squadra”, tale da far dire al ministro di “non aver mai temuto per le sorti degli italiani” proprio per il controllo costante del rimorchiatore e i continui “contatti con il Governo somalo”.