Bossi: “L’inno italiano? Non lo conosce nessuno”


PONTE DI LEGNO – Lo aveva annunciato prima di salire a Ponte di Legno, tradizionale luogo per le vacanze ferragostane da dove ogni estate lancia le campagne d’autunno del Carroccio e la Padania aveva preparato il terreno con tre prime pagine in dialetto veneto, milanese e piemontese. Bossi è stato di parola: la prossima battaglia della Lega sarà quella per una legge che introduca lo studio obbligatorio del dialetto nella scuola primaria e secondaria. A Ponte di Legno per la tradizionale festa leghista è salito anche Roberto Calderoli che ha portato a Bossi una prima bozza del testo di legge.


– L’anno scorso – ha detto il ministro per la Sem-plificazione – a Ferragosto ho portato la bozza del federalismo fiscale che in meno di un anno è di-ventata legge. Oggi Bossi ha in mano la bozza sui dialetti e vi garantisco che non durerà tanto di più per diventare legge.


Quella per il dialetto, anche se il capogruppo alla Camera del Pdl, Italo Bocchino, ha detto che non la voterà mai, è una battaglia sentita dalla Lega e dal suo popolo da molti anni perché rappresenta la difesa della tradizione e della cultura locale da-vanti alla globalizzazione e all’immigrazione ma è anche l’occasione per lanciare un nuovo attacco a ‘Roma ladrona’.


– Nel 2006 – ha spiegato Calderoli – avevamo pre-sentato una proposta di legge costituzionale perché ci fosse la tutela delle lingue locali e dei dialetti e anche della lingua italiana. Oggi infatti la lingua italiana è il dialetto romanesco che ci passa la Rai.


Dialetto e gabbie salariali i temi forti lanciati in questi giorni che saranno sicuramente al centro della campagna d’autunno. Pare che ad agosto, anche se al governo con un nutrito gruppo di ministri, è ri-tornata la ‘Lega di lotta’.


Bossi, poi, ha messo in discussione l’Inno di Ma-meli.


– Il Và pensiero lo can-tano tutti perché tutti conoscono le parole, non come quello italiano che nessuno conosce – ha detto per poi sottolineare:


– Ciò significa che c’é un maggiore attaccamento alla Lega perché la gente ne ha piene le storie (scatole, ndr).


Sono ritornati nelle parole di Bossi slogan contro Roma e il centralismo che ricordano i primi anni della Lega e nell’imminenza della prima del film sul Barbarossa, il ministro delle Riforme ha rilanciato l’identità padana.


– Il nuovo potere e il Bar-barossa oggi abitano a Roma – ha spiegato – e con questo film vogliamo lanciare un messaggio a Roma ladrona: non esage-rare!


Il senatur ha salvato il pre-sidente della Repubblica:


– Preferisco Napolitano a Ciampi. Non è mai stato contro il governo, con lui è possibile il dialogo.


La Lega, insomma, sul dialetto e sulle gabbie salariali è intenzionata ad andare fino in fondo e Calderoli, rivolto all’op-posizione che accusa il go-verno di essere nelle mani di Bossi, ha affermato:


– Nel governo non c’é nessun ricatto, nessuna golden share della Lega.