Inno, dialetti, ‘gabbie’: l’offensiva agostana della Lega


ROMA – Bandiere regionali, dialetti in classe, gabbie salariali e adesso anche l’inno nazionale, “che nessuno conosce”. L’offen-siva estiva della Lega Nord non accenna a una tregua neanche nel fine settimana di Ferragosto. Galvanizzato dai successi del primo anno di legislatura (dal federalismo, alle ronde, al reato di clandestinità) il partito che gioca anche le sue partite di calcio sotto le insegne della Padania, con vecchie e nuove parole d’ordine rilancia le sue battaglie ‘federali’. Un’offensiva mediatica che in alcuni casi promette di essere proseguita in Parlamento, dove la Lega è già pronta a stoppare iniziative invece poco gradite, come l’allargamento della maglie per ottenere la cittadinanza, proposto dai ‘finiani’ del Pdl. Ecco alcuni dei capitoli aperti dal Carroccio.


*** Verdi meglio di Mameli – Che Umberto Bossi preferisca il Và pensiero all’inno d’Italia di Goffredo Mameli, non è una novità. Ieri il leader leghista ha sottolineato che il coro del Nabucco viene cantato da tutti, mentre dell’inno italiano “nessuno conosce le parole”.


*** Bandiere regionali – Non basta il riferimento al tricolore: anche i simboli regionali meritano rango costituzionale. Perciò la Lega al Senato ha proposto questa aggiunta all’art.12 della Costituzione: “Cia-scuna regione ha come simboli la bandiera e l’in-no”.


*** Gabbie salalriali – La proposta di adeguare i salari al costo della vita nelle diverse aree del Paese ha sollevato infinite polemiche, anche interne alla maggioranza. Ma Bossi non cede


– Chi non vuole i salari ter-ritorializzati – ha detto ieri – è contro il federalismo.


*** Dialetto in classe – La Lega chiede che lo studio della storia, della tradizione e anche del dialetto di ciascuna regione, entrino a far parte dei programmi scolastici. Alla Camera e al Senato sono già state presentati due progetti di legge in tal senso, ma Calderoli assume ora l’impegno a far approvare in meno di un anno un testo da lui preparato.


*** Fiction in dialetto – Il ministro Luca Zaia lamenta la progressiva scomparsa delle tradizioni regionali dalla tv di Stato. Di qui la proposta che la Rai trasmetta fiction e spettacoli anche in dialetto.


*** Matrimoni in dialetto – Non è ancora disponibile il testo, ma il titolo della proposta di legge del deputato Pierguido Vanalli parla chiaro:


“Introduzione dell’articolo 107-bis del codice civile per la celebrazione di matrimoni in lingua locale”.


*** Esami regionali per i “prof” – A fine luglio ha spaccato la maggioranza, in commissione Cultura alla Camera, l’idea lanciata della leghista Paola Goisis di introdurre nelle selezioni per i docenti una valutazione sulla conoscenza della cultura regionale. Calderoli precisa:


– Noi vogliamo un esame per far sì che il 110 e lode preso a Reggio Calabria, venga riqualificato rispetto a voti più bassi ottenuti al nord.


*** Anniversario unità – Si avvicina il 150/mo anniversario dell’unità d’Italia. E Bossi frena sulle celebrazioni: no a “tante piccole opere che sembrerebbero marchette” e no a una “festa dei Savoia”. Quanto bisognerebbe spendere? “Zero”.


*** Stop a Roma capitale cinema – I senatori Cagnin, Aderenti e Boldi sostengono che il cinema italiano non può rimanere “un affare ristretto” riservato alla città di Roma. Da qui la proposta di riformare il fondo per lo spettacolo, affidando l’80% dei finanziamenti alla gestione delle Regioni.