Iran, la svolta di Ahmadinejad: “Almeno due donne nel governo”


TEHERAN – Del nuovo governo iraniano faranno parte almeno due donne, forse tre. Lo ha annunciato a sorpresa il presidente Mahmoud Ahmadinejad, la cui rielezione a luglio è stata seguita da contestazioni e proteste represse nel sangue. Se il leader di Teheran effettivamente farà ciò che ha detto, sarà la prima volta che una donna diventa ministro nella Repubblica islamica istituita con la rivoluzione del 1979.


Nell’esecutivo che verrà presentato ufficialmente martedì o mercoledì entreranno Fatameh Ajorlu come ministro degli Affari sociali e Harzieh Vahid Dastjerdi come responsabile della Sanità. Ahmadinejad – che ha dovuto rinunciare alla nomina a vicepresidente del consuocero Esfandian Mashai per volontà della guida suprema, l’ayatollah Ali Khamenei – ha anticipato che nel suo nuovo governo ci saranno anche molti giovani. “Con le decime elezioni siamo entrati in una nuova era, le condizioni sono completamente cambiate”, ha affermato il presidente iraniano.


Secondo l’agenzia Mehr, Ahmadinejiad ha anche già scelto il nuovo ministro degli Esteri. Sarà l’attuale capo negoziatore per il nucleare, Said Jalili, a prendere il posto di Manuchehr Mottaki alla guida della diplomazia di Teheran. Dovrebbero cambiare anche i responsabili della Difesa e dell’Interno.


Le nomine dovranno comunque tener conto di una lettera firmata da 202 dei 290 parlamentari in cui si chiede al presidente di scegliere ministri “capaci, fedeli alla rivoluzione e con esperienza”.


In questo quadro il principale oppositore di Ahmadinejad, il candidato sconfitto nel voto del 12 giugno Mir Hossein Moussavi, ha annunciato che continuerà a contestare il risultato delle elezioni. Il quotidiano riformista Etemad Melli ha scritto che Moussavi ha denominato il suo movimento “La via verde della speranza”, costituito, ha detto, per difendere le legittime richieste del popolo e favorire il raggiungimento dei suoi diritti”. Un movimento “formato da un gran numero di reti sociali costituitesi in modo autonomo e indipendente”.


Ieri è iniziato a Teheran il processo a 28 persone arrestate per avere contestato la rielezione di Ahmadinejad. Si tratta di 27 uomini e una donna, cui vengono contestate la “partecipazione a manifestazione illegale”, la “distruzione di beni pubblici” e la resistenza alla polizia. Finora sono 110 i partecipanti a dimostrazioni non autorizzate messi sotto processo. Tra loro figurano anche una ragazza francese e due funzionari iraniani di ambasciate occidentali. Per nessuno è stata ancora pronunciata una sentenza.