Il j’accuse del Sindaco dell’Aquila Massimo Cialente

Roma – “Prendo atto che il Piano Casa sta andando avanti secondo i tempi ma ricordo che la consegna va dal 15 settembre fino alla fine di dicembre. In ogni caso le case sono ampiamente insufficienti rispetto alla dimensione del problema. Inoltre è scoppiato ormai in tutta la sua drammaticità il problema delle case B e C, per le quali sono previsti lavori importanti che non si potranno risolvere nel giro di 30-60 giorni’’. Lancia l’allarme il sindaco dell’Aquila Massimo Cialente commentando le parole del premier Silvio Berlusconi durante la visita di Ferragosto nel capoluogo abruzzese.


– Proprio l’altro giorno -riferisce- durante una giornata passata sulla costa, ho incontrato tanti cittadini che hanno case B e C che, dovendo riscrivere i figli a scuola, non sono in grado di prevedere dove passeranno i primi mesi dell’anno scolastico. Ho letto le dichiarazioni di Guido Bertolaso che parla di sistemazione nei comuni vicini del teramano con la proposta di un pendolarismo, cosa che sin dall’inizio io chiesi di escludere.


E poi aggiunge:


– Riconfermo quanto detto da tempo alle massime cariche istituzionali del Paese, al Parlamento e ai partiti dell’opposizione circa il rischio di gravi tensioni sociali a partire dalle prossime settimane per la vicenda delle case. Problema a cui si aggiunge la drammatica situazione di famiglie che hanno perso il lavoro e sono a reddito zero. Come ho detto al presidente della Regione Abruzzo – sottolinea Cialente – trovo sbagliato che il primo cittadino dell’Aquila, che da tempo va segnalando la necessità di riconsiderare comunque alcuni aspetti della strategia in atto, non venga coinvolto se non per saltuarie interlocuzioni. E’ necessario fare il punto complessivo offrendo proposte vere ai cittadini colpiti dal terremoto


Il Sindaco ha affermato, poi, che è stata fatta una riunione con più stretti collaboratori “per fare il punto sul ruolo a cui in questi mesi è chiamato il comune dell’Aquila nell’attuale situazione emergenziale”. Un ruolo di scelta pesante “pur avendo ottenuto rispetto alle altre istituzioni in campo il minor numero di forze disponibili’’.


– Non ultimo – prosegue- dovendosi fare carico anche di completare percorsi che dipendono da altre istituzioni, come ad esempio le lunghissime pratiche burocratiche per il puntellamento del centro storico da parte della Sovrintendenza ai Beni Artistici e Culturali. Ne risulta un grave scontento dei cittadini che si ripercuote sul comune e soprattutto sui miei dirigenti, funzionari e impiegati ormai allo stremo.


Cialente riconosce che “il piano casa di Berlusconi sta andando avanti”, ma sottolinea che “sarebbe pericolosissimo quasi al limite dell’incoscienza se a fronte di una limitata offerta per circa 4400 nuclei familiari ai quali si dà il massimo, ad altri che si trovano nelle stesse condizioni non si dovesse offrire nulla”.


– Non voglio fare alcuna polemica ma sono solo preoccupato come tutti – commenta -. Per l’ultima volta offro la mia collaborazione e quella dell’intera amministrazione comunale poiché ritengo di non potere più tollerare che a 4 mesi e 9 giorni dal sisma il ruolo del comune sia divenuto all’improvviso più marginale rispetto a quello svolto con molto coraggio nella fase della prima emergenza e dell’impostazione delle prime soluzioni ai problemi abitativi. Qui è in gioco il concetto stesso del ruolo degli Enti locali, sui quali per altro stanno ricadendo operazioni sperimentali come la vicenda dello smaltimento delle macerie nel pieno rispetto delle normative nazionali ed europee che si sta applicando per la prima volta al mondo. Procedure complesse fino all’impraticabilità.


Il primo cittadino dell’Aquila, quindi conclude chiedendo che “il comune dell’Aquila e gli altri sindaci siano coinvolti a pieno a titolo in questa fase dell’emergenza, che si possa discutere sulle soluzioni e che siano messi in condizioni di avere personale sufficiente per affrontare una tragedia di proporzioni inimmaginabili”