La giunta leghista vieta i kebab in una cittadina del bergamasco


BERGAMO – A Capriate San Gervasio, un piccolo centro di 7.400 abitanti in provincia di Bergamo, un’ordinanza fa scoppiare una specie di faida del kebab.


La giunta, a guida leghista, ha infatti dichiarato guerra ai kebab e ai phone center “indecorosi” nel centro, scatenando le polemiche. Per alcuni è una discriminazione, per il sindaco è solo una questione di decoro urbano.


La decisione, presa circa un mese fa, vieterebbe di aprire locali (soprattutto per la vendita di kebab e phone center) in alcune strade del centro cittadino. Il sindaco Cristiano Esposito, però, non ci sta e parla di strumentalizzazione montata ad arte per criticare l’operato della sua giunta.


“Si tratta di una delibera che risale a un mese fa’ – spiega il primo cittadino – e che abbiamo adottato con il solo obiettivo di preservare i centri storici di Capriate, San Gervasio e Crespi d’Adda prima di tutto dal punto di vista urbanistico, poi da quello della sicurezza e dell’ordine pubblico”. Il divieto di aprire “kebab o simili” nel provvedimento firmato dalla giunta leghista c’è, ma secondo il sindaco della cittadina sull’Adda, non esiste alcuna discriminazione razziale: “Abbiamo preferito adottare una delibera di questo tipo – prosegue Esposito – cercando di prevenire il problema, per poi non ritrovarcelo sul piatto, com’era già capitato circa tre anni fa con un phone center.


Il problema non è rappresentato dagli imprenditori extracomunitari, la delibera vale anche per gli italiani che decidessero di aprire un pub o una grossa pizzeria in pieno centro. Si creerebbero problemi di parcheggio e di sovraffollamento del borgo storico ed è questo che noi vogliamo evitare”.


A fare arrabbiare le minoranze in consiglio comunale, però, è stato il preciso riferimento ai kebab: “Lo ripeto – riprende Esposito – non c’è alcuna discriminazione razziale, abbiamo voluto specificare meglio alcune tipologie di attività che, sentendo anche gli amministratori di altri paesi, in genere danno più problemi di sicurezza e ordine pubblico per via delle loro frequentazioni”.


Per aprire un locale a Capriate, dunque, bisognerà fare i conti con la giunta comunale. Il divieto, comunque, sarà categorico all’interno dei centri storici, non in periferia: “Se le richieste arrivano per altre zone, piu’ sicure e in grado di sostenere il carico urbanistico delle attività – conclude il sindaco – ne parleremo”.