Attentati in Irak, almeno 95 morti


BEIRUT/BAGHDAD – Alla vigilia delle elezioni in Afghanistan, il terrorismo a Baghdad ‘ruba la scena’ a quello di Kabul. E lo fa con in grande stile: almeno 95 morti e oltre 550 feriti, con due camion bomba, lo stesso micidiale strumento di morte utilizzato nell’attentato alla sede delle Nazioni Unite che esattamente sei anni fa causò la morte di 22 persone, tra cui l’inviato speciale dell’Onu Sergio Vieria de Mello.


Difficile dire se l’anniversario e l’appuntamento elettorale afghano siano una semplice coincidenza, ma di certo si tratta della peggiore strage in Iraq da diversi mesi, che solleva nuovi, ulteriori dubbi sulla capacità delle autorità irachene di gestire la sicurezza dopo il ritiro delle forze Usa dai centri abitati, lo scorso giugno.


Obiettivo degli attentati di ieri sono stati due ministeri, quello delle finanze e quello degli esteri, nel cuore della capitale irachena. Una dimostrazione che, oltre ad avere ancora una imponente capacità di fuoco, i terroristi sono in grado di colpire ovunque, comprese le zone più “blindate” di Baghdad. Nel primo caso, l’esplosione, poco dopo le 10.45, è stata così potente da provocare il crollo di un tratto di decine di metri del viadotto che costeggia l’edificio. Il bilancio delle vittime è stato più volte aggiornato, verso l’alto, ed è ancora incerto. Molte di esse erano a bordo di auto cadute nel vuoto, mentre altre erano all’interno del ministero, pesantemente devastato dall’onda d’urto. Quasi allo stesso tempo, è esploso il camion davanti al ministero degli esteri, nei pressi della superfortificata zona Verde, dove hanno sede il parlamento e il governo iracheni, nonché numerose ambasciate di Paesi occidentali. Il risultato é stato tremendo: la facciata e gran parte dell’interno dell’ edificio sono stati investiti in pieno. Anche qui il bilancio, ancora più grave, è difficile da stilare.


Di certo, il numero dei morti si conta a decine e quello dei feriti a centinaia. E sono la maggior parte del totale dei due attentati, che le autorità irachene hanno fissato a 95 morti e 550 feriti. A poca distanza c’è anche l’hotel Rashid, che abitualmente ospita funzionari goverantivi, giornalisti e uomini d’affari stranieri, e che, come numerosi altri edifici vicini, è stato notevolmente dannegiato. E non è tutto, perché in un breve arco di tempo, esplosioni sono state registrate anche in altre quattro zone della città. Secondo fonti di stampa, un’autobomba è esplosa nel quartiere Baija, e altri ordigni o colpi di mortaio in altre aree.


Un funzionario del ministero degli interni, generale Jihad al Jaberi, ha però ridimensionato tali informazioni, affermando che si è trattato di esplosioni causate da “residuati bellici” che erano sui camion-bomba e che sono stati proiettati lontano quando questi sono esplosi, e che sono poi a loro volta deflagrati. In un comunicato, il portavoce del comando delle operazioni di sicurezza a Baghdad, generale Qassim Atta, ha attribuito la responsabilità degli attacchi “all’alleanza” tra al Qaida e nostalgici del partito Baath, del regime di Saddam Hussein. Atta ha inoltre riferito dell’arresto di due persone, “terroristi emiri di al Qaida”, che erano su un’autobomba che intendevano far esplodere nel quartiere al Mansour.