Sacconi tira dritto sui rinnovi dei contratti

Il governo dispone di risorse sufficienti per affrontare le peggiori ipotesi alla ripresa post­ferie di settembre, ma è attento all’evoluzione della  contrattazione, puntando a risultati su quella di secon­do livello. Lo ha ripetuto ai microfoni di Radio anch’io il ministro del Welfare Maurizio Sacconi: “Settem­ bre sarà impegnativo per ragioni connesse alla gran­de crisi globale, anche se noi probabilmente ci stia­mo avvicinando al punto di uscita”. Quanto alla con­ trattazione, “noi rispettia­mo l’autonomia delle parti, ma non siamo indifferenti al risultato della contratta­zione. Il governo non può che auspicare la ripresa di  un dialogo unitario tra le organizzazioni. Confido che si dia spazio alla con­trattazione decentrata, per­ché è l’unica che può far crescere salari, riflettendo anche ineluttabilmente il diverso costo della vita”. Inoltre, “il contratto cen­tralizzato ha di fatto pro­dotto bassi salari e bassa produttività, perché tarato sui vagoni più lenti del convoglio delle imprese”. Il vicepresidente di Confin­dustria Alberto Bombassei ha spiegato che in autunno “ci può essere assestamento e perdita posti”. Bisogna “incentivare le imprese per­ché investano di più e i lavoratori perché abbiano maggiore produttività e quindi le aziende diventino più competitive e si riesca a fare maggiore esportazio­ne”. Ma, ha aggiunto, biso­gna anche “rimuovere il concetto improprio secon­do il quale l’Italia ha i più bassi salari d’Europa. Biso­gna capire di quale Europa si parla, perché Inghilterra, Spagna, Repubblica Ceca e Romania sono tutti paesi che hanno salari sensibil­mente più bassi dell’Italia”. I rapporti fra i sindacati restano difficili. Nella stes sa trasmissione, il segreta­rio generale della Uil Luigi Angeletti ha affermato che ci saranno casi in cui l’at­teggiamento della Cgil ostacolerà la contrattazio­ne “in maniera molto diffe­renziata, a seconda delle categorie. Se la Cgil fosse sempre della partita ci aiu­terebbe, ma noi abbiamo dovere fare i contratti anche se non stiamo tutti insieme”. Per la Cgil, il segretario confederale Susanna Camusso ha sotto­lineato che “In tempi di crisi la contrattazione aziendale diminuisce, non aumenta”. E, ad esempio, “Sia Fiat che Ilva dovevano rinnovare gli accordi azien­dali: la Fiat ha dato un pre­mio inferiore ai precedenti e l’Ilva ha versato solo un acconto rinviando il resto a tempi migliori”. Quindi “per mantenere il reddito bisogna agire sui contratti nazionali”. Angeletti risponde che senza il rin­novo del contratto che Cisl e Uil hanno firmato senza la Cgil, “i metalmeccanici avrebbero più di 200 euro di paga in meno. I soldi che contano sono quelli in busta paga, non quelli scritti sui volantini