Disoccupazione record: mai così alta nell’eurozona


BRUXELLES – Cresce la disoccupazione in Europa. Il tasso dei senza lavoro nell’Eurozona a luglio è salito al 9,5 per cento, dal 9,4 per cento di giugno. E’ il dato diffuso da Eurostat, l’ufficio statistico dell’Unione Europea. Nel luglio 2008 il tasso era pari al 7,5 per cento. Eurostat sottolinea che il dato attuale è il più elevato dal maggio 1999. Per l’Ue a 27 stati membri il tasso del luglio 2009 è pari al 9,0 per cento, il più alto dal maggio 2005, contro l’8,9 per cento di giugno e il 7,0 per cento del luglio 2008.


Eurostat stima per luglio scorso a 21,794 milioni il numero complessivo di disoccupati dell’Unione Europea nel suo complesso, di cui 15,09 milioni nell’eurozona. Rispetto a giugno, vi è stato un incremento di 225.000 unità, di cui 167.000 nell’eurozona. Rispetto al luglio 2008, l’aumento dei senza lavoro è stato pari a 5,11 milioni, di cui 3,264 milioni nell’eurozona.


In Italia intanto frena la crescita delle retribuzioni. A luglio – fa sapere l’Istat – l’incremento dell’indice orario ha registrato un +0,2 per cento rispetto al mese precedente e un +2,1 per cento rispetto a luglio 2008.


L’aumento registrato nel periodo gennaio-luglio 2009, in confronto al corrispondente periodo dell’anno precedente, è del 3,2 per cento. L’Istituto di statistica sottolinea che alla fine di luglio 2009 i contratti collettivi nazionali di lavoro in vigore relativamente alla sola parte economica riguardano l’86,9 per cento degli occupati dipendenti rilevati per il periodo di riferimento degli indici (dicembre 2005); a essi corrisponde una quota dell’85,1 per cento del monte retributivo osservato.


Nel mese di luglio, a fronte di una variazione tendenziale media di più 2,1 per cento, gli incrementi più elevati si osservano per: acqua e servizi di smaltimenti rifiuti (4,8 per cento), agricoltura (3,9 per cento) e ministeri e altri servizi privati (3,8 per cento per entrambi gli aggregati). Gli aumenti più contenuti riguardano: commercio, trasporti, servizi postali e attività connesse e attività dei vigili del fuoco (per tutti 1,5 per cento) e alimentari bevande e tabacco (1,3 per cento). La variazione risulta nulla per i contratti: telecomunicazioni, regioni e autonomie locali, servizio sanitario nazionale, militari-difesa e forze dell’ordine.


Riguardo l’analisi della tensione contrattuale, l’Istat rileva che a luglio 2009, relativamente all’intera economia, la quota di dipendenti in attesa di rinnovo è pari al 13,1 per cento, in diminuzione sia rispetto a giugno 2009 (20,2 per cento) sia, soprattutto, in confronto a luglio 2008 (27,8 per cento). I mesi di attesa per i lavoratori con il contratto scaduto sono, in media, 14,6, in calo rispetto a giugno 2009 (16,2) e in decisa crescita rispetto a un anno prima (9,5). L’attesa media distribuita sul totale dei dipendenti e’ di 1,9 mesi, inferiore rispetto al mese precedente (3,3), come pure rispetto a luglio 2008 (2,6 mesi).