Restituito il signore delle spie Il vero 007 era italiano


LONDRA – Fece vedere i sorci verdi agli inglesi, coordinando i sabotaggi delle navi britanniche alla fonda nella baia di Gibilterra messi a segno dagli incursori della Decima Mas. Fece bruciare d’invidia gli 007 tedeschi, che cercarono – senza successo – d’ingraziarselo e carpirgli i suoi segreti. Ma soprattutto fu un gentiluomo, e riuscì persino a conquistar-si il rispetto degli agenti segreti britannici.


Questa é la storia di Giulio Pistono, “signore delle spie” dislocate in Andalusia durante la Seconda Guerra mondiale.


Sono gli Archivi Nazionali britannici a restituire, dopo tanti anni, le avventure dell’agente italiano di stanza ad Algeciras, il porto spagnolo che sta dinnanzi alla rocca di Gibilterra, avamposto britannico nel Mediterraneo d’importanza strategica. Ed è una storia che mette i puntini sulle ‘i’. “Ringraziamo il cielo – dice Christopher Andrew, professore di storia a Cambridge e scopritore dell’archivio Mitrokhin – che il grosso a Gibilterra venne fatto dai tedeschi, altrimenti sì che sarebbero stati guai. Questo faldone ribalta completamente gli stereotipi degli italiani che vanno a donne mentre i tedeschi fanno il duro lavoro: Pistono era il vero asso”.


Tutto inizia nel 1936, a cavallo della guerra civile spagnola. “Pistono – recita un breve dispaccio del servizio segreto militare britannico – mi è stato descritto come il ‘signore delle spie’ italiane”. Alla base ne vogliono sapere di più e l’MI6 gli mette alle calcagna “l’agente 51.111”.


Presto viene confezionato un memorandum. “Ha 44 anni, il suo passaporto è stato emesso a Palermo, e vive a Pelayo con la moglie. Pistono è un ingegnere ex comandante della marina militare ed è il capo dello spionaggio italiano in Andalusia”. Il faldone – visto in esclusiva dall’ANSA – a questo punto compie un ‘salto’ temporale. E si passa al 1943: Pistono compare nella ‘black list’ di guerra compilata dai servizi segreti britannici. E a ragione. Giulio Pistono, infatti, era il coordinatore degli attacchi alle navi britanniche compiute dalla X Mas con i maiali. Gli incursori partivano dalla Olterra, nave cisterna italiana ormeggiata al porto di Algeciras, attraverso un portellone subacqueo camuffato – questo sì vero espediente da James Bond. Durante il suo ‘regno’ gli uomini della Decima Mas riuscirono a danneggiare o affondare circa 64mila tonnellate di navi mercantili. Un incubo per gli inglesi. Che riuscirono a scoprire il ‘segreto’ di Pistono solo dopo l’armistizio del 1943, quando l’Italia passò dalla parte degli Alleati.


Gli attacchi a Gibilterra cessarono, gli agenti dell’MI6 interrogarono Pistono, e una volta compreso come operavano gli uomini della Decima Mas pensarono di arruolarlo per ‘scatenarlo’ contro i tedeschi. “La sua era una missione segretissima, nemmeno in consolato sapevano quale era il suo compito”, recita il rapporto top-secret dell’MI6 steso dopo l’interrogatorio di Pistono. “Riceveva messaggi in codice attraverso la borsa consolare ma con un cifraggio diverso, che solo lui conosceva. Non aveva rapporto di lavoro con i tedeschi, che anzi usavano gli spagnoli per condurre le loro operazioni. In più occasioni lo hanno avvicinato per proporre collaborazione o per carpire i metodi degli italiani. Non è disposto a rivelare i nomi degli agenti”. “Pistono mi colpisce, è un brav’uomo”, dice l’agente nel suo rapporto.


“Non è una spia, è un ufficiale di marina: visto il carattere, non credo che ci dirà altre cose su individui spagnoli o tedeschi per rispetto di quando erano alleati”. Forse anche per questo i britannici perdono interesse. “Benché si sia pensato per un po’ di usare in qualche modo Pistono ora siamo giunti alla conclusione che non ne valga la pena”, recita una missiva inviata da Londra il 3 dicembre 1943. A questo punto del ‘signore delle spie’ si perdono le tracce: forse rimase in Spagna – a inseguire un improbabile risarcimento. Il regime di Franco, infatti, gli confiscò la villa che aveva costruito nei pressi di Algeciras.