AndinaFestival, la ‘pachamama’ delle Ande arriva nel Belpaese


CARACAS – Da questa sera il pittoresco scenario del Castello di Brescia ospiterà “AndinaFestival. Cultura e tradizioni dalle Ande all’Italia: il legame con la Terra Madre e il Territorio”, la tre giorni Corganizzata dall’agenzia d’informazione indipendente per l’America Latina, Andinamedia e dall’associazione Ruta Andina. In programma nel Mastio Visconteo conferenze, documentari, reportage audiovisivi e fotografici, produzioni teatrali e concerti, danze e musica folklorica, cucina etnica e mercati di artigianato. Presenti il direttore di National Geographic Italia Guglielmo Pepe, il caporedattore della sezione Esteri dell’Espresso Gigi Riva e il responsabile dell’area internazionale dell’Ansa Stefano Polli.


AndinaFestival, quest’anno alla sua terza edizione, si propone di creare un ponte d’informazione e di scambio tra la realtà dei paesi latinoamericani appartenenti all’area delle Ande – Bolivia, Ecuador, Colombia e Perù – e quella nostrana che con questa condivide il legame ancestrale con il proprio territorio.


Come spiega alla Voce la giornalista e scrittrice Diletta Varlese, presidente di Andinamedia, “il popolo andino e quello italiano hanno la stessa relazione empatica, emozionale con l’elemento della terra. La ‘pachamama’ delle popolazioni originarie delle Ande è la stessa Dea Madre Terra che nella nostra cultura greco romana chiamiamo Gaia”.


È la terra che secondo Andinamedia “accomuna, come fondante elemento di continuità, da un lato all’altro dell’oceano, prima protagonista e testimone della bellezza delle vite che la abitano, e molto spesso la distruggono”. Da qui la necessità di un’informazione che si fa coscienza e rispetto, e la tradizione contadina, gli usi e i costumi, la varietà culturale, artistica e musicale che Andinafestival cercherà di proporre attraverso il lavoro realizzato dai suoi giornalisti, fotografi e documentaristi freelance, sia autoprodotto che destinato a testate nazionali o internazionali.


Per il pubblico, quindi, un’occasione preziosa non solo per scoprire i colori ed i sapori del Sud America ed insieme riscoprire le ricchezze del nostro territorio, ma anche confrontarsi in prima persona con un giornalismo diverso e spesso non vendibile, un’informazione che nasce dal contatto con la gente come fonte e destinatario della notizia, che vuole penetrare nella realtà che descrive e per questo mal si sposa con i tempi e le necessità di molte “fabbriche della notizia”.


Andinamedia spera che il Festival possa creare un “circolo virtuoso per cui i proventi possano finanziare altri progetti” e permettere di “sostenere economicamente la produzione dei reportage e documentari, sollevando i colleghi free lance dal dover sempre anticipare di tasca propria”. Il tutto per un fare informazione che non resta carta o televisione ma diventa viso e mani di chi l’ha fatto, incontra il pubblico, quello reale, anche nella fruizione e presenta gli autori.


I proventi della manifestazione saranno in parte devoluti a progetti di cooperazione con la popolazione quechwa Q’ero, in Perù, alla scuola d’educazione guarani Tekove Katu della Bolivia e ai superstiti del terremoto in Abruzzo.


Per maggiori informazioni sul Festival, visitare il sito www.andinafestival.it.