Asse Fini-D’Alema: «Cittadinanza a chi nasce e studia quí»

Asolo – «Chi nasce in Italia o arriva piccolissimo a 2-3 anni e frequenta in Italia un intero ciclo scolastico, al compimento dei 10-11 anni diventa cittadino italiano». E’ questa la proposta che il presidente della Camera, Gianfranco Fini, ha lanciato dal convegno sull’immigrazione di Asolo, promosso dalla sua fondazione, Farefuturo e dalla fondazione di Massimo D’Alema, Italianieuropei.


«Quei bambini, a 18 anni, saranno molto più integrati che se non fossero lasciati nel limbo per molti anni. Mi auguro che il Parlamento faccia prevalere il buon senso e l’interesse nazionale -ha auspicato Fini- anche perché il buon senso non é né di destra né di sinistra. E’ una proposta minima».


Sulla stessa linea il presidente della fondazione Italianieuropei, Massimo D’Alema:


«Concordo con quanto proposto dal presidente Fini, ma andrei al di là di questa proposta. Bisogna accelerare l’iter per la cittadinanza: chi nasce in Italia è italiano, anche al di là della frequenza scolastica. Una legge più generosa e ragionevole per la cittadinanza, il riconoscimento del diritto di voto alle elezioni amministrative sono due grandi fattori di integrazione e sicurezza».


Perché secondo l’ex presidente del Consiglio: «L’integrazione politica potrebbe essere la chiave all’integrazione».


D’Alema ha quindi ricordato che «il tasso di criminalità tra stranieri residenti regolarmente in Italia è uguale a quello dei cittadini italiani».


«C’è invece un balzo tra gli irregolari – sostiene -. L’essere clandestini espone al rischio di diventare mandopera della criminalità».


E ancora per D’Alema:


«L’ex clandestino cessa di essere un potenziale delinquente: la regolarizzazione è indubbiamente un fattore di sicurezza. E introducendo un iter meno vessatorio di accesso alla cittadinanza italiana incentiva comportamenti virtuosi».


Infine per D’Alema dare agli immigrati diritti civili e politici «ha un effetto di valorizzazione di questa grande risorsa per il nostro Paese».