Alta tensione in Thailandia, scontri tra esercito e

ANGKOK – Le autorita’ thailandesi hanno proposto di intavolare colloqui con i leader della protesta antigovernativa, dopo che gli scontri nelle strade di Bangkok tra camicie rosse e forze di sicurezza hanno provocato la morte di almeno 15 persone – tra cui un giornalista giapponese – ed il ferimento di 678. Dopo il ritiro dell’esercito dai luoghi degli scontri e la proposta di avviare colloqui la situazione si e’ almeno temporaneamente calmata.
Il premier Abhisit Vejjajiva ha espresso il proprio cordoglio per le vittime degli scontri impegnandosi a far luce su quanto accaduto. “Il governo incarichera’ alcuni esperti di esaminare i fatti per capire come si sia arrivati a questi decessi e garantire la verita’ al pubblico”, ha dichiarato in un discorso trasmesso alla televisione nazionale. Abhisit Vejjajiva si e’ quindi impegnato a cercare di allentare ulteriormente la tensione con ogni mezzo.
Fallito il tentativo di mettere un freno alla protesta ricorrendo all forza, il governo ha designato il segretario generale dell’ufficio del premier Korbsak Sapavasu come negoziatore, incaricandolo di trattare con gli esponenti chiave del movimento dell’UDD – Fronte Unito per la Democrazia contro la Dittatura – che chiede le dimissioni del governo in carica, lo scioglimento delle camere e la convocazione di nuove elezioni.
“Riteniamo che in questo momento siano necessari negoziati per prevenire ulteriori danni alle proprieta’ ed ulteriori rischi per le vite umane da entrambe le parti”, ha affermato il colonnello Sansern Kaewkamnerd, portavoce del Comando Emergenze.
Nel tentativo di sgombrare la zona assediata dai manifestanti da oltre un mese erano state dislocate su entrambi i lati del ponte Phan Fa, uno dei principali punti di raccolta delle camicie rosse, 234 compagnie militari. Ma i dimostranti non si sono lasciati intimidire, ne’ hanno ceduto di fronte all’uso di gas lacrimogeni da parte degli elicotteri dell’esercito.
“Questa e’ una rivolta popolare”, ha dichiarato la leader dell’UDD Veera Muksikpong rivolta alla folla, chiedendo al premier Abhisit Vejjajiva di “sciogliere il parlamento e lasciare la Thailandia”.
Abhisit Vejjajiva aveva proclamato lo stato di emergenza a Bangkok e sei province circostanti allo scopo di porre fine alla protesta che da oltre un mese ha visto i manifestanti occupare – oltre al ponte Phan Fa – la zona di Ratchaprasong, uno dei quartieri di shopping ed alberghi piu’ eleganti della capitale, con pesanti conseguenze economiche.
L’UDD accusa Abhisit Vejjajiva di essere salito illegalmente al potere nel dicembre 2008. La maggior parte delle camicie rosse sostiene l’ex premier Thaksin Shinawatra, l’ex tycoon delle televisioni che vive in esilio dall’agosto 2008.
Thaksin era stato a capo del governo dal 2001 al 19 settembre 2006, quando fu rovesciato con un golpe. Successivamente venne condannato a due anni di reclusione per corruzione e abuso di potere.