Nuovo sequestro nello Zulia e due volontari scomparsi a Merida

CARACAS – Weekend di paura, questo, per i nostri connazionali, con la denuncia di un nuovo impresario italiano sequestrato nello stato Zulia e la scomparsa di due volontari italiani dell’Associazione Giovanni XXIII. Il sequestrato, Carlo Baglieri, 70 anni, è stato rapito sabato da uomini armati mentre usciva dalla sua tenuta ‘Caracolli’, presso il settore Tolosa di Santa Rita. Secondo César Gómez, capo del CICPC Zulia, che ha confermato il sequestro nella mattinata di ieri, i malviventi avrebbero in un primo momento sottomesso i pochi lavoratori che si trovavano a quell’ora nella tenuta di Baglieri, per poi dirigersi direttamente verso l’impresario e sequestrarlo. Con Carlo Baglieri, salgono a 28 le persone rapite nel solo stato Zulia dall’inizio dell’anno. Cinque di queste si trovano ancora sotto sequestro.
Risultano invece scomparsi da martedì due operatori italiani dell’Associazione “Giovanni XXIII”, fondata da don Oreste Benzi. Si tratta di Massimo Barbiero, 37 anni di Padova e Simone Montesso, 23 anni di Bolzano. Erano giunti in Venezuela un mese fa Venezuela per prestare soccorso presso le case famiglia della zona che ospitano bambini abbandonati e handicappati.
Allontanatesi nel pomeriggio per fare una passeggiata in montagna, a Merida, i cooperanti non hanno più fatto ritorno. I telefoni cellulari risultano irraggiungibili e, nonostante l’intervento della polizia locale e della Protezione civile, dei due operatori non si hanno ancora notizie.
– Nelle ricerche sono impegnati diversi organismi venezuelani, la protezione civile, i vigili del fuoco, la guardia forestale e dei parchi – ha detto Ines Maggiolaro, responsabile della Comunità XXIII di Rimini a Merida – La pista del sequestro non è da sottovalutare, ma stiamo pensando più alla possibilità di un incidente di montagna – ha aggiunto, ricordando che Merida si trova a quasi 1700 metri di altitudine.
Gli addetti stanno setacciando un’area montuosa presso Santa Rosa de La Hechicera, a Merida, mentre l’unità di crisi della Farnesina mantiene un contatto diretto con l’ambasciata di Caracas e il Consolato di Maracaibo.
Simone Montesso è un volontario, Massimo Barbiero è un missionario laico associato alla “Giovanni XXIII”.
– La nostra Comunità, unitamente alle famiglie di questi giovani – ha detto Giovanni Paolo Ramonda, responsabile dell’ Associazione – rivolge un appello accorato affinché le autorità venezuelane e quelle italiane possano impegnarsi nei tempi più rapidi possibili, nella speranza che essendosi persi o rimasti feriti, siano salvati in tempo, senza escludere nessuna ipotesi come quella di un rapimento, in un territorio confinante con la Colombia dove purtroppo questi fatti si verificano spesso.
– All’inizio – ha dichiarato il fratello di Barbiero – abbiamo pensato a un incidente o che si fossero persi, ma poi ci hanno detto che quella è una zona di rapimenti e l’ansia è cresciuta.