Politiche 2008, bruciate le schede del Venezuela

CARACAS – Prima delle elezioni politiche del 2008 in cui si affermò Berlusconi i pm di Reggio Calabria stavano intercettando il ‘faccendiere’ Aldo Micciché, condannato a25 anni e latitante a Caracas. Ieri sono state pubblicate dall’Espresso le telefonate fra l’ex-esponente della Democrazia cristiana della piana di Gioia Tauro e vicino alla ‘Ndrangheta e Filippo Fani, stretto collaboratore della responsabile degli italiani all’estero del Pdl, Barbara Contini.

Micciché svela al suo interlocutore che per non far perdere al Pdl seggi in Senato avrebbe bruciato con la benzina oltre 20 mila schede degli elettori italiani in Venezuela. Sottolinea poi che avrebbe preso la decisione alle 3 e mezzo di notte senza consultare Contini per l’estrema urgenza della
situazione. Il ‘faccendiere’ vicino sia al senatore Marcello Dell’Utri, fedelissimo di Berlusconi e imputato per concorso esterno in associazione mafiosa a Palermo, sia alla cosca calabrese dei Piromalli parla anche di soldi.

L’equipe di Contini avrebbe dovuto inviarglieli in cambio delle operazioni svolte per ottenere 6 o 7 seggi al Senato. Contini stessa si era recata a Caracas durante la campagna elettorale per lanciare i candidati del Pdl. Nell’intercettazione Micciché si riferisce anche alla “candidata comunista in Venezuela”
di cui sono stati bruciati i voti. È chiaro che si tratta di Mariza Bafi le, l’unica candidata donna per il Pd nelle elezioni del 2008. “Che vi sono stati dei brogli l’ho sempre saputo – afferma Bafi le -. La magistratura sta
indagando, adesso bisogna solo sperare che faccia luce sul caso. L’importante è che sia fatta giustizia per la collettività italiana”.