Merida, si aspetta l’esito dell’autopsia In Venezuela i genitori di Montesso

CARACAS – Sono giunti in Venezuela i genitori di Simone Montesso, il volontario della Comunità Giovanni XXIII trovato morto in un crepaccio sulle montagne di Merida insieme al missionario laico padovano Massimo Barbiero, di 37 anni. Con i parenti del 23enne di Bolzano anche alcuni membri dell’Associazione di Don Benzi. Il gruppo si aggiungerà ai fratelli di Barbiero, arrivati nei giorni scorsi.
Nel frattempo, la Comunità Giovanni XXIII si stringe attorno al dolore dei famigliari. Stefano Paradisi, Responsabile della Segreteria generale della Comunità e da molti anni amico di Montesso, racconta alla ‘Voce’ i terribili momenti di attesa vissuti dai volontari in Italia.
– Si aspettavano continuamente notizie che non arrivavano mai. Dopo qualche giorno le speranze erano davvero ridotte al minimo. Temevamo un grave incidente, il peggio, soprattutto a causa del maltempo. La Protezione civile di Merida riceveva numerosissime richieste di soccorso da parte di persone in difficoltà.

Il corpo di Simone Montesso, ritrovato senza vita in fondo ad un burrone a circa duemila metri d’altezza, tornerà in Italia con i genitori dopo che un’autopsia accerterà le cause del decesso, molto probabilmente legato ad un incidente. Le circostanze del ritrovamento dei corpi, infatti, fa scartare l’ipotesi di rapimento avanzata quando i due volontari erano ancora dispersi. Montesso e Barbieri si erano allontanati il 6 aprile per una passeggiata in montagna, nella zona di Santa Rosa della Strega, lungo una strada che porta al parco nazionale di Culata, e non erano più tornati.
– Vogliamo sapere cosa è successo – dichiara fermo Paradisi -. Forse uno dei due è caduto e l’altro ha provato, senza fortuna, a salvarlo.
Il presidente della Giunta del Veneto Luca Zaia, a nome di tutta la Regione, ha espresso vicinanza e profonda partecipazione al dolore delle famiglie del missionario e del volontario.
– Massimo Barbiero – ha ricordato il presidente Zaia – dopo aver trascorso 10 anni in Africa era ripartito all’inizio di gennaio per una nuova esperienza in Venezuela nelle case-famiglia della comunità Giovanni XXIII. Rimarrà per noi un esempio di generosità e di altruismo, qualità che da sempre contraddistinguono la gente del Veneto.