Inter stanca e tesa, con la Juve vietato sbagliare

MILANO – L’Inter è stanca, le 48 partite giocate fin qui si fanno sentire nelle gambe. Ed è anche un po’ nervosa, perché ad Appiano Gentile la truppa nerazzurra, José Mourinho in testa, continua a sentirsi sola, in lotta “contro tante cose”, come ha detto qualche giorno fa il portoghese. La vittoria di Firenze, però, oltre a valere la finale di coppa Italia dice che la squadra ha ancora energie per il rush finale su tutti i tre fronti. Domani c’é la sfida con la Juve, la prima di 6 in 19 giorni al termine dei quali l’Inter avrà verità concrete sui suoi tre obiettivi: campionato, Champions League e coppa Italia.

Massimo Moratti sogna una storica tripletta, dopo la quale potrebbe anche meditare di fare un passo indietro: il presidente si sente sempre più “intossicato” dalle critiche e soprattutto dalle vicende del processo di Napoli in cui la difesa di Luciano Moggi sta mettendo in discussione la storia di Calciopoli, i suoi presunti colpevoli e vittime, tirando in ballo il nome del compianto Giacinto Facchetti. E a questo proposito, proprio ieri, Gianfelice Facchetti, figlio della bandiera nerazzurra, in una intervista alle Iene ha affermato che se venisse restituito il titolo della discordia 2005-06 “sarebbe una mossa vincente”. “Sarebbe un gesto molto eclatante – ha affermato Facchetti jr – ma che avrebbe il potere di far acquisire ancora più punti alla nostra storia. Anche restituendo lo scudetto ci sarà chi rivorrà indietro i suoi, ma secondo me sarebbe una mossa vincente”


Mourinho crede nell’impresa e sta pianificando il tour de force. A Firenze ha fatto riposare alcuni dei suoi giocatori più preziosi: Eto’o e Balotelli hanno giocato un’ora, Milito poco più di mezz’ora, Pandev, Sneijder e Samuel sono rimasti in panchina. Probabilmente è l’ultima occasione per fare turn over. Ora resta da vedere quanto tesi sono i nervi nerazzurri. Dopo il gesto delle manette, le polemiche, le squalifiche e il caso Balotelli delle ultime settimane, sabato Mourinho se l’era presa con l’ambigua esultanza del guardalinee Ayroldi a fine gara, e martedì sera Sneijder si è infuriato con chi ha raccontato di un suo presunto gestaccio verso i tifosi viola dopo il 90’. Come se la sfida contro la Juventus non fosse già di per sé un confronto sempre molto teso.
All’andata, a inizio dicembre, nel 2-1 con cui i bianconeri si piazzavano a 5 punti dall’Inter capolista, ci sono stati sette ammoniti e due espulsi, fra cui proprio Mourinho, per un applauso sarcastico all’arbitro Saccani. All’epoca Mancavano due giocatori chiave come Maicon (per una squalifica che aveva parecchio infastidito l’Inter) e Sneijder (infortunato), che nel frattempo è diventato determinante nel modulo nerazzurro. Questa volta perdere (ma anche pareggiare) per l’Inter significherebbe dare alla Roma una chance per allungare in testa e al Milan per rientrare in corsa per lo scudetto.


Domani Mourinho potrà contare sia su Sneijder sia su Maicon, di nuovo terzino dopo aver giocato da esterno di centrocampo al Franchi in un esperimento che potrebbe tornare utile per la semifinale di Champions contro il Barcellona (in programma martedì al Meazza). Ed è di nuovo disponibile Stankovic, dopo i problemi muscolari per cui ha saltato la doppia sfida con la Fiorentina. Il ritorno del serbo è prezioso, perché con Chivu squalificato Zanetti ancora una volta dovrà arretrare in difesa in una formazione come ormai consuetudine a trazione anteriore. Reduce da due gol in altrettante partite ci sarà Eto’o con Milito e uno fra Pandev e Balotelli, che alla Juve ha già segnato quattro volte e spera. Ma, nonostante l’armistizio, i suoi rapporti con Mourinho sono ancora piuttosto freddi.