Una spedizione venezolana sulla vetta del Gurla Mandata

CARACAS – Le prime scalate sono state effettuate come un rito. In altri casi è stato per cercare una migliore qualità di vita: per trovare nuovi alimenti, con fini scientifici, o per trovare risorse naturali.
Nel caso degli amanti dell’alpinismo, l’attrazione viene dal fascino di espolorare la natura ed il proprio corpo, la necessità di conoscere cosa c’è più in là di quello che si vede a semplice vista. Dall’alto le cose si vedono diversamente ed in una forma particolare. In quei posti, oltre alla neve, la roccia ed i ghiacciai, ci sono le popolazioni che vi abitano. Hanno le loro storie da raccontare, le esperienze di vita, che in un certo senso insegnano a questi sportivi a guardare il mondo con un’altra prospettiva. Tutte queste esperienze non sono nuove ai campioni di Proyecto Cumbre.


Il prossimo 18 aprile, e durante sette settimane, la spedizione di Proyecto Cumbre tenterà l’ascesa del monte Gurla Mandata (7.694 metri), una vetta della catena dell’Himalaya. In tibetano il nome di questa vetta è Naimona’nyi, che è l’unione delle parole ‘naimo’ (erba medicinale), ‘na’ (nero) e ‘nyi’ (lastre accatastate), il significa “la montagna delle lastre accataste di erbe medicinali nere”.


Proyecto Cumbre non è nuovo a questo tipo di imprese. L’ultima volta che si è parlato di questo gruppo conformato da Matín Echevarría, Marcus Tobías, Carlos Castillo, Marco Cayuso e Carlos Cardenas è stato nel 2008: allora, utilizzando diverse discipline sportive (kayaks, sci, scalata e parawing), hanno attraversato la Groenlandia da est a ovest.
Nell’impresa in Tibet ci sarà una nuova attività molto vicina alla cultura buddista: una sorta di peregrinazione (chiamata ‘cora’) attorno alla montagna sacra per questa religione, che da loro è considerata il centro dell’universo.


Solo in sette ci sono riusciti. Prima di Proyecto Cumbre, altre sette spedizioni hanno tentato di raggiungere la vetta di questo colosso di roccia coperto di neve. La prima scalata risale al 1905, allora Tom George Longstaff, insieme a due guide e sei assistenti, han tentato di salire per il lato sudest della montagna. Si è dovuto arrendere a causa di una valanga quando aveva raggiunto quota 7.000 metri. Per un record mondiale. Nel 1936 c’è stato un’altro tentativo ma senza esito.
La prima ascesa positiva è stata nel maggio del 1985, allora una spedizione cinese-giapponese capitanata da Katsutoshi Hirabayashi, salendo per la faccia nord della montagna. Da allora sei spedizioni hanno raggiunto la vetta della montagna.


Nel 1997, una spedizione inglese tentò la scalata dal lato nord della montagna, ma dopo diverse tempeste ed altre difficoltà il gruppo ha dovuto fare dietrofront.
La rotta prescelta dalle spedizioni è sul lato ovest della montagna, salendo tramite il glaciale Chaglung’mlungha fino ad arrivare alla vetta.

Proyecto Cumbre